L’Arena di Verona non ha più un corpo di ballo. Nel dicembre 2016 è calato il sipario sulle trattative e 19 lettere di licenziamento sono state inviate, dal sovrintendente Giuliano Polo, ai componenti del corpo di ballo stabile della Fondazione lirico- sinfonica della città di Verona. Le motivazioni apportate a sostegno delle pratiche di licenziamento sembrerebbero prettamente economiche. La fondazione denuncia, infatti, le precarie condizioni economiche, anche se fortemente contrastanti con i numerosi incassi e rappresentazioni sempre sold out. Rimangono ormai in Italia, culla della cultura e dell’arte, solo 4 delle 14 fondazioni lirico- sinfoniche precedentemente presenti sul territorio, tra cui Milano, Napoli, Palermo e Roma (anch’essa fortemente a rischio). La notizia non è caduta nel baratro dell’indifferenza, si sono mobilitate a favore dei corpi di ballo ed in generale dell’arte della danza, un gran numero di amanti dell’ arte scenica, attraverso petizioni e manifestazioni, a cui hanno aderito sindacati e fondazioni, ma anche singoli che hanno espresso il loro consenso nel recupero di un arte ormai morente nel panorama artistico italiano. Anche grandi nomi della danza internazionale hanno espresso il loro parere in merito, tra cui la prima ballerina dell’ Opèra di Parigi, Dorothée Gilbert, che durante la partecipazione a DanzainFiera a Firenze, ha espresso il bisogno di cercare fondi privati nel sovvenzionamento delle compagnie di ballo, fondi che dovrebbero arrivare inizialmente dallo stato e spiega che stessa sorte è toccata a moltissime fondazioni francesi, tra cui l'Opéra National de Bordeaux. Recuperare la danza ed in generale il patrimonio artistico nazionale ed internazionale, per garantire un futuro ai numerosi ragazzi che sognano un futuro in ambito artistico, spetta solo a noi.
Marianna Manzi
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