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Frammenti di rock: "Wake me when it's over"dei Faster Pussycat

26/11/2014

Verso la fine degli anni 80 si sviluppa all’interno dell’Glam metal una corrente particolare quella dello sleaze metal. Come si può intuire dal nome, l’obiettivo di questo movimento musicale è quello di ricercare e praticare un suono più sporco rispetto ad alcune band mainstream. Tra i gruppi di maggior fama vi sono sicuramente i Faster Pussycat (nome che trae origine dal film "Faster, Pussycat! Kill! Kill!"di "Russ Meyer") che sono tra i primi a sviluppare suoni più grezzi e meno raffinati. Partendo dall'esperienza del loro primo e non molto fortunato album omonimo uscito nel 1987, I Faster Pussycat iniziano a lavorare in maniera decisa sui loro punti di forza arrivando così alla produzione di "Wake Me When It`s Over"uscito nel '89, che si presenta come uno dei migliori prodotti di fine decennio. Il disco è sicuramente molto più maturo e curato del precedente e lo stile "sleaze" emerge in tutta la sua "purezza", l'apertura è affidata a "There's a whip, there's a way"una vera è propria "frustata" in pieno volto, che mette subito in chiaro cosa ci troviamo difronte. Il disco presenta un sound graffiante,violento e appunto sporco e veloce senza però trascurare la qualità dell'arrangiamento, esempio calzante di tutto cio è proprio il primo singolo estratto "Poison ivy"dove ogni strumento si integra perfettamente con l'altro e l'aggiunta del piano suonato da Kevin Savigar contribuisce all creazione di uno dei migliori momenti del disco. Da segalare ovviamente anche la presenza molto forte di elementi tipici del rock n'roll caratteristica da sempre molto cara al gruppo. La ruvidità del prodotto viene fortemente accentuata anche dalla voce del cantante Taime Downe ,davvero particolare, che però ha la grande qualità di non risultare mai fastidiosa, sia in canzoni più aggressive come "Slip of the togue", una delle più famose della band, sia in quelle più dolci come "House of pain"(secondo singolo estratto), pezzo pervaso da grande malinconia non solo per il testo ma anche per l'utilizzo dell'armonica a bocca. Il difetto se vogliamo di quest'album sta proprio nella presenza di pochi brani che spezzano la freneticità dell'insieme, infatti solo alla fine troviamo "Please Dear" canzone lenta e anche molto più melodica rispetto le altre. Da segalare infine la particolarità di "Arizona Indian Doll" con sonorità molto da "spttacolo del sabato sera americano". Da tempo i Faster Pussycat, cosi come molte altre band, non esistono più (almeno per come li conoscevamo originariamente) e i contrasti tra i vari membri della band sui diritti del nome sono sempre infuocati(sopratutto tra il cantante Downe e il chitarrista Muscat) ma ciò non toglie che seppur per poco la band di Los angels ha dato il suo contributo importante alla musica e allo "sleaze metal" seppur restando in parte offuscata dalla luce smisurata avuta dalla band simbolo di questo movimento i Guns N' Roses

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