Premettiamo, i Marlene Kuntz meritano rispetto, rispetto per quello che hanno fatto, per quel che fanno e per ciò che faranno.Ovviamente si può discutere su alcune scelte stilistiche che nel corso del tempo hanno fatto, e stesso chi vi scrive, in passato, ha avuto delle perplessità(in particolare sull'album "uno” del 2007), ma cio non toglie che il trio piemontese è sempre andato per la sua strada con grande dignità e qualità. Detto
questo prima di parlare dell’ ep "Pansonica", uscito circa un mese fa, è opportuno ricordare il motivo della pubblicazione di questo prodotto, e cioè celebrare il ventennale di "Catartica"(storico album di cui si consiglia l’ascolto).Per quanto riguarda "Pansonica" quindi ci troviamo difronte ad un album che presenta tutti pezzi dei Marlene nel periodo compreso tra "Catartica" e "Il vile",che per un motivo o per l’altro non hanno mai trovato posto in un disco(escluso “Donna l”che fù inserita nell’ep “Come di sdegnio”, in una versione live). Questo potrebbe far pensare ad un disco di “scarto” ma bisogna dire che i Marlene hanno trovato un modo nettamente più originale, rispetto alla solita ristampa, semmai con qualche inedito,per celebrare un loro pezzo di storia. Ci troviamo difronte,come ovvio per quanto detto in precedenza, allo stile tipico della band durante gli anni 90 quindi con sonorità acide e chitarre distorte abbinate alla solita ricercatezza di termini e a quel senso di malinconia che da sempre è caro ai Marlene.Una nota di merito è sicuramente il fatto che i brani all’interno dell’ep sono stati tutti suonati e arrangiati oggi, nei nostri tempi, e non si tratta di vecchie registrazioni ripescate dal cilindro.Il lato negativo se vogliamo .in questo caso, sta però nel fatto che, per l’appunto, sono ormai passati 20 anni e il trio di cuneo è cambiato parecchio in questi anni e quindi l’intenzione e l’approccio verso alcuni pezzi non risulta proprio efficacissima.Il primo singolo estratto per l’airplay radiofonico è stato “Sotto la luna”, buon pezzo che rende bene l’idea di questo ritorno al passato, ma nell’ album ci sono anche pezzi più rabbiosi e con grande “sonicità” ,(termine che deriva appunto dal grande pezzo "Sonica”che non solo ha dato spunto al nome dell’ep, ma che da sempre accompagna la storia musicale della band)come “Signor niente “ e “Capello lungo”, ed altri che fondono bene rumore e dolcezza da sempre caratteristica fondamentale di Godano e soci,ad esempio "Ruggine”.In conclusione possiamo dire che da 4 anni a questa parte gli M.K. stanno cercando di riprendere quel ruolo di primo piano all’interno dell’alternative-rock italiano creando un ponte tra vecchie e nuove sonorità."Pansonica" risulta una parentesi che si distacca da questo discorso, ma a volte ricordare il passato, soprattutto se ricco di emozioni e colori, fa sempre molto piacere.
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