Quale modo migliore di iniziare il nostro viaggio nel mondo del rock se non con un album che parla proprio di un viaggio? Si tratta di lui,il mitico ”Viaggio senza vento” dei Timoria. L’album esce nel 1993 ed è un vero e proprio concept, cosa quantomeno inusuale per quegli anni (si trattava infatti di una formula molto in voga negli anni 70). Nonostante questa struttura che potremo definire datata, per la qualità del prodotto e per il tipo di sonorità, l’album presenta una contemporaneità davvero notevole, soprattutto per il periodo in cui uscì. La storia parla di un personaggio fittizio di nome Joe che deve affrontare per l' appunto un viaggio interiore che lo porterà a riscoprire se stesso (la storia è interamente scritta nel booklet). Proprio per la sua grande caratteristica di essere un concept album le canzoni all’interno sono strettamente legate tra loro, è questo può essere sia positivo, data la grande omogeneità dell’opera, sia negativo, poichè a volte l’ascolto di una singola canzone può risultare difficile.
Per quanto riguarda le sonorità l’album sicuramente non è il più aggressivo del quintetto bresciano, ma sicuramente il più completo e soprattutto il più curato a livello di arrangiamenti. Infatti si spazia da canzoni tirate e di grande impatto quali “senza vento”, ”il guardiano di cani”, a ballate più dolci ma non prive di mordente come la notissima “Sangue impazzito”, non mancano neanche le sperimentazioni come ad esempio il funk di “Lombardia” o la bellissima piano e voce “Freedom”, dove la voce del cantante Francesco Renga viene messa in primo piano, il tutto supportato da un atmosfera quasi gospel.
Non mancano neanche le collaborazioni: infatti troviamo la presenza di Eugenio Finardi alla voce, e Candelo Cabezas (noto per aver fatto parte dei Litfiba) alle percussioni in “Verso oriente” mentre al violino in “Lombardia” vi è il maestro Mauro Pagani.
Insomma ci troviamo di fronte ad un album importante, importante per tanti motivi: perchè diede la meritata visibilità ai timoria, perchè racconta una storia, cosa oggi difficile da trovare, ma soprattutto importante perché volendo o non volendo è un album, che forse non avrà segnato un’ epoca, che forse oggi è finito un pò nel dimenticatoio, ma che sicuramente ha lasciato una traccia forte nelle persone, sia quelle che hanno vissuto direttamente il "fenomeno timoria", sia quelle che oggi lo ascoltano cercando di immaginare quei momenti. Amici, abbiamo un album italiano che possiamo definire in una sola parola rock e quantomeno dobbiamo ai timoria, cosi come ad altri, il merito di aver dimostrato che il rock non è solo quello inglese o americano ma anche italiano, e italiano di qualità.
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