Regia - Claude Chabrol
Durata - 143 minuti- Colore – Colore –Audio: Sonoro- Genere : Drammatico
Interpreti e personaggi Isabelle Huppert (Emma Bovary) -Jean-François Balmer (Charles Bovary)- Christophe Malavoy (Rodolphe Boulanger)- Jean Yanne ( M. Homais)
François Maistre (Lieuvain, il consigliere della prefettura)
Il tema centrale del film è quello del conflitto insanabile tra aspirazioni ideali (desiderio di amore, di gloria, di bellezza) e mediocre realtà. Emma Bovary, pur immersa in un ambiente rurale, non accetta la "normalità" ed aspira ad avvenimenti eccezionali fondandosi sul principio che è lecito amare le cose belle.
Ma anche quando sembra che le abbia raggiunte, non riesce ad uscire dallo squallore dell'adulterio clandestino, della menzogna, dell'ipocrisia e alla fine finisce per soccombere.
In altre parole Emma Bovary rappresenta di fatto il crollo degli ideali romantici che Flaubert illustra con lucida consapevolezza.
Questo tema è stilisticamente ben rappresentato quando Emma non ha ancora compiuto l'adulterio e tuttavia si compiace delle proprie fantasie amorose nei confronti di Léon.
Tra i due si svolge un incontro fatto di gesti e parole banali.
Emma continua a comportarsi esteriormente come una moglie virtuosa, ma nel suo intimo è divorata dal disgusto per ciò che la circonda.
Sono qui presenti i due piani contrastanti cui si accennava sopra: da una parte la banale realtà di tutti i giorni e la mediocrità di Charles, dall'altra i pensieri segreti di Emma, le sue fantasie voluttuose e il doloroso senso di una perenne mancanza.
Tutto ciò è rappresentato con minuziosa cura del particolare e una grande sensibilità nell'analizzare le più sottili sfumature psicologiche.
Seguendo le linee del romanzo, questo film di Claude Chabrol, assimilabile ad un vero e proprio album illustrato, con paesaggi impressionistici alla Rénoir, colpisce, oltre che per i maestosi paesaggi romantici della natura e per l’atmosfera ottocentesca più genuina della campagna francese, anche per l'emozione drammatica che suscita il grigiore di piccoli centri di provincia come Tostes e Yonville.
La narrazione filmica, che assume connotazioni sontuose e accademiche (malgrado alcune crudezze da “horror” che i suoi colleghi del passato non si potevano permettere) si sviluppa coerentemente con le problematiche del romanzo,, anche se emergono dettagli che appaiono in contrapposizione alla verosimiglianza delle scene in cui vengono smascherate le meschinità di Emma (incontri clandestini, rapporti di affari poco chiari e incomprensibili ai suoi occhi).
Il film ha il pregio sottile di farci penetrare a fondo nelle pieghe più nascoste dell’ animo turbato della protagonista, rivelando contemporaneamente la sua maschera e, in tal modo, di farcela sentire più viva, più umana e palpitante nella sua femminilità .
Al punto che Emma Bovary si può annoverare tra i personaggi più tragici, affascinanti e sognatori della letteratura francese e il neologismo rappresentato dal termine “bovarismo” ha assunto definitivamente il significato di stato di insoddisfazione determinato dal conformismo della vita borghese e accompagnato dal desiderio di evasione di tipo mondano, sentimentale o intellettuale.
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