Siamo sul finire degli anni ’80 quando qualcuno pensò di riesumare un fumetto ormai dimenticato, che vantava numerose, e alquanto ridicole, comparse sul piccolo schermo, conferendogli una nuova dimensione, del tutto diversa dalle precedenti. L’obiettivo era quello di realizzare il più grande e maestoso film mai visto, pur affidando la regia ad un quasi esordiente cineasta proveniente dagli studios della Disney. Oggi parliamo di ‘Batman’, film del 1989 diretto da Tim Burton.
Duecentesimo anniversario di Gotham City, sinonimo della delinquenza. Due balordi derubano una famiglia ma l’intervento dell’uomo pipistrello fa sì che si sparga la notizia che c’è un mostro nella città che se la prende contro i delinquenti. Le autorità non ci credono e l’unico a prenderlo sul serio è il giornalista Alexander Knox, affiancato dalla fotografa Vicki Vale. Il boss Carl Grissom intanto, per liberarsi del suo galoppino Jack Napier, che lo tradisce con la sua donna, gli tende un’imboscata in una fabbrica chimica, nella sera in cui il giornalista e la fotografa s’introducono nella casa del miliardario Bruce Wayne per carpire dalle autorità presenti qualche segreto sull’uomo pipistrello. La polizia ha una soffiata e l’intervento anche di Batman nella fabbrica crea lo scompiglio: Jack Napier cade nell’acido, ma riemerge mutato, ancor più folle ed assetato di vendetta. Dopo essersi fatto aiutare da un medico, diventa Jocker e sostituisce il suo boss dopo averlo ucciso. Jocker minaccia dapprima gli abitanti di Gotham City introducendo un suo preparato chimico, lo Smilex, nei prodotti cosmetici, capace di uccidere lasciando un sorriso sul volto dei malcapitati, ma dopo che il suo piano è stato sventato da Batman, lo minaccia pubblicamente in televisione annunciando anche alla cittadinanza di voler organizzare egli stesso i festeggiamenti dell’anniversario. Presentandosi in città con la sua gang, viene bloccato da Batman che allontana palloni aerostatici carichi di Smilex e poi, rifugiatosi sulla cima della cattedrale con la fotografa come ostaggio, viene sconfitto dall’uomo pipistrello che lega il suo corpo in fuga su un elicottero ad una statua della cattedrale. Gotham City è salva ed ha un nuovo difensore: Batman.
Dimenticate l’atmosfera festosa della serie tv anni ’60: il Batman di Tim Burton è nero come la notte e cattivo come un gangster. La Gotham City ideata da Anton Furst e Peter Young (Oscar per le scenografie) mette paura da tanto sembra un labirinto infernale, ma Burton è bravissimo a donare poesia ad un insieme che avrebbe altrimenti rischiato di essere solamente lugubre.
Contestato dai fan, fu Michael Keaton a vestire i panni di Bruce Wayne/Batman. L’attore della Pennsylvania offre una buona prova, sia quando impersona il filantropo sia quando si muove sotto la tuta nera dell’eroe, ma la scena, a Keaton e alla bella Kim Basinger, è rubata da un grandissimo Jack Nicholson che recita sempre sopra le righe.
Ispirato alle atmosfere del Ritorno del cavaliere oscuro scritto e disegnato da Frank Miller e di The Killing Joke di Alan Moore e Brian Bolland, questo Batman è stato capace di influenzare non solo la storia disegnata del personaggio ma anche e soprattutto il mondo del cinema, che ha messo in produzione svariate pellicole di derivazione fumettistica che avevano impostazioni chiaramente debitrici dell’opera di Burton.
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