Signori, il film di oggi è un film che mi ha sorpreso, nel senso buono del termine. Mi ha sorpreso per la sua capacità di coinvolgimento, per la storia e per una serie di altri motivi che non vado ad anticiparvi.
Sto parlando de ‘Il dottor Stanamore’, ovvero come io ho imparato a non preoccuparmi della qualità dei film di un visionario regista.
Andiamo con ordine. Era il 1964, piena guerra fredda quindi, e un regista ha la brillante idea di portare il romanzo ‘Red Alert’ di Peter George sul grande schermo. Fin qui niente di strano, se non fosse per il fatto che il tema centrale del romanzo fosse la distruzione del mondo. Pensateci, in un momento così delicato per l’equilibrio mondiale dove da poco si era realmente sfiorata la terza guerra mondiale chi è che avrebbe prodotto un film su di esso? Un pazzo? Un folle? Un Genio?
‘Semplicemente’ Stanley Kubrik. Il regista con questo film compone una sinfonia di satira, commedia nera e sessualità (si, si parla di sessualità) destinata a riecheggiare nel tempo. In questo film non c’è differenza tra politici americani e comunisti, uniti nell’incompetenza e pronti a sacrificare la vita di milioni di persone per la vittoria finale. La satira è portata agli estremi dell’immaginario collettivo, tant’è che non possiamo non fare caso allo sfociamento di quest’ultima nella forte carica ironica studiata a tavolino da Kubrik e ampliata sul set dal mattatore assoluto del film Peter Sellers, eccezionale in tutti e tre i ruoli interpretati nella pellicola.
Abbiamo poi l’ultimo ma non meno importante tema del film: la sessualità. Nel lungometraggio, che ricordiamolo è del ’64, questo tema è quasi sempre ricorrente ed è il motivo scatenante di tutta la questione.
Se da una parte questo film ci ha regalato delle perle di grottesca comicità dall’altro ci ha donato una serie di moniti, ancora oggi attualissimi. Non possiamo non pensare a quante volte il destino del mondo sia stato in mano a uomini animati da una folle pazzia.
Kubrik con quest’opera analizza l’irrazionalità e la vulnerabilità dell’animo umano che, di fronte alle nuove scoperte tende alla propria distruzione, piuttosto che al benessere della collettività.
Il film nel suo complesso è una delle migliori ‘commedie’ politiche mai concepite dalla mente umana, un’opera ancora attuale, un monito per le generazioni future.
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