Loro sono ‘’L’ erba sotto l’asfalto’’, gruppo Indie-rock nato nel gennaio 2013, a Polla, nel Vallo di Diano, formato da quattro giovani ragazzi: Giovanni Tirreno, frontman e chitarra ritmica; Luca tramontano, chitarra solista e cori; Roberto Panzella èil bassista, mentre Gianni Tramontano è il batterista. E’ da poco uscito il loro 1° EP, intitolato come la band, e pubblicato per l’etichetta lucana ‘’ Diavoletto Netlabel’’. Formato da 5 brani, questo primo lavoro discografico, si presenta con un suono molto cupo, pieno di rabbia, quasi a voler rimarcare la condizione dei giovani di oggi. Come gruppo, sembrano ricordare nei riff di chitarra i ‘’ Subsonica’’, hanno in comune tutti e quattro la passione per i ‘’Radiohead’’, anche se ciò non emerge ascoltando i brani. A breve partiranno in tour con tre date a Roma, giovedì 27 marzo al ‘’Contestaccio’’; venerdì 28 marzo a ‘’Spazio Ebbro’’; domenica 30 marzo al ‘’Localino’’, prima di ritornare a casa, nel Vallo di Diano, per esibirsi al ‘’ New James Joyce Irish Pub’’ di Sala Consilina. Per conoscere meglio il gruppo, riportiamo l’intervista fatta al batterista Gianni Tramontano.
1) Come mai questo nome così curioso per la band?
Poco più di un anno fa il nostro cantante vagabondava per Siviglia, un bel giorno vide una band spagnola presentare un disco, il cui titolo era “La hierba bajo de l’asfalto”. Al suo ritorno in Italia lo propose perché non riusciva più a toglierselo dalla testa. Ci sfrantumò i maroni co ’sto nome.. ed eccoci qua!
2) Da un punto di vista musicale qual è il vostro tratto distintivo?
Ci piace creare brani in cui l’apparato uditivo dell’ascoltatore possa essere disturbato, miscelando drum machine, sintetizzatori, valvole e tamburi.
3) Quali sono le vostre principali influenze musicali?
Siamo tutti accomunati dalla passione per i Radiohead, ma non sono certo che ciò si evinca ascoltando i nostri brani. Ognuno di noi ha le sue influenze. Dovrei farti un interminabile elenco di band, di cui molte semi-sconosciute oppure emergenti e non necessariamente affini al nostro genere.
4) È stato facile emergere in un territorio come quello del vallo di diano, purtroppo troppo spesso isolato e dimenticato?
Emergere rimane tuttora il nostro principale obiettivo. Siamo effettivamente penalizzati dall’isolamento del nostro territorio, ma di sicuro la sua bellezza paesaggistica ci fornisce ispirazioni più intense. Se magari fossimo stati di “Casalpusterlengo” probabilmente saremmo rimasti a corto di stimoli.
5) Quali sono i principali temi che trattate nelle vostre canzoni?
Personalmente mi interessa molto la storia della condizione contadina nel meridione a cavallo fra la seconda e la terza decade dell’800, ma il nostro cantante, che scrive i testi, trova difficile parlare di questo argomento nelle nostre canzoni, per cui abbiamo virato su temi più leggeri, tipo alcuni incubi ricorrenti che la civiltà occidentale oggi ci propone: spazzolini elettrici rotanti, burocrazie varie, bot, spread, fred, wilma..
6) Dopo l’uscita del primo ep, quali sono i vostri progetti futuri?
Diventare ricchi e famosi per comprare MTV e trasmettere tutti i giorni campionati mondiali di organetto e festival di ukulele.. e poi suonare.. suonare.. dappertutto e per sempre.
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