di Pablo Neruda
(trad. e adatt. a cura di Vincenzo Maria Adinolfi)
Addio, eppure con me
rimarrai, quando dentro
come una goccia di sangue circolerai nelle mie vene,
quando fuori, sarai il bacio che mi brucia il volto
o il cinturone di fuoco attaccato alla mia cintola.
Dolce mia, accogli
il grande amore che proruppe dalla mia vita
e che in te non trovava salda residenza
come l'esploratore sperduto
nell'isola del pane e del miele.
Io ti trovai
dopo la tormenta:
la pioggia lavò l'aria,
e nell'acqua
i tuoi dolci piedi brillarono come pesci.
Adorata, torno alle mie battaglie.
Graffierò la terra per farti una grotta:
lì il tuo Capitano
t'attenderà, con fiori nel letto.
Non pensar più, mia dolcezza,
al tormento
che passò tra di noi
come un fulmine di fosforo,
lasciandoci forse la sua bruciatura.
Venne anche la pace; e poiché ora torno
a lottare alla mia terra,
e poiché ora che ho il cuore completo
con la parte di sangue che mi desti
per sempre,
e poiché ancor ora
reco
le mani piene del tuo essere nudo,
guardami,
guardami,
guardami lungo il mare, che navigo raggiante,
guardami lungo la notte che attraverso,
e mare e notte sono gli occhi tuoi.
Neppure la lontananza mi ha privato di te.
Ora ti rivelerò che:
la mia terra sarà tua,
vado a conquistarla,
e non solo per darla a te,
ma per tutti,
per tutto il mio popolo.
Un giorno il ladro uscirà dalla sua torre-rifugio.
L'invasore sarà espulso.
Tutti i frutti della vita
cresceranno nelle mie mani,
prima abituate solo alla polvere da sparo.
E saprò accarezzare i nuovi fiori,
perché tu m'insegnasti la tenerezza.
Dolce mia, adorata,
eppur sarai con me a lottare corpo a corpo,
perché nel mio cuore vivono i tuoi baci
come bandiere rosse,
e se cadessi, non solo
mi coprirà la terra,
ma questo grande amore che mi recasti
e che visse circolando nel mio sangue.
Verrai con me,
in quell'ora ti attendo,
in quell'ora e in tutte le ore,
in tutte le ore io ti attendo.
E quando verrà la malinconia che odio
a bussare alla tua porta,
dille che io ti attendo;
e quando la solitudine vorrà che cambi
l'anello in cui sta scritto il mio nome,
ricorda alla solitudine di venir a parlare con me,
che io dovetti andarmene
perché sono un soldato,
ma là ovunque verrò a trovarmi,
sotto la pioggia
o sotto il fuoco,
amor mio, t'attendo,
t'attendo nel deserto più duro
e presso il limone fiorito:
ovunque sia la Vita,
dove la primavera sta nascendo,
Amore mio, t'attendo.
Quando ti diranno "Quell'uomo
non t'ama", ricorda
che i miei piedi son soli in quella notte, e cercano
i dolci e piccoli piedi che adoro.
Amore, quando ti diranno
che t'ho dimenticata, ed anche se
sarò io stesso a dirtelo,
quando io te lo dirò,
non credermi:
chi e come potrebbe
reciderti dal mio petto,
e chi mai sarebbe in grado di raccogliere
il mio sangue
quando dissanguato muoverò verso te?
Ma neppure posso
dimenticare il mio popolo.
Vado a lottare in ogni strada,
dietro ogni pietra.
Eppur ancora ricorda, è il tuo amore che m'aiuta:
è il fiore chiuso
che ogni volta mi riempie del suo aroma
e che s'apre d'improvviso
dentro di me come una grande stella.
Amore mio, è notte.
L'acqua nera, ed il mondo
addormentato, mi circondano.
Poi verrà l'aurora,
e nel frattempo io ti scrivo
per dirti: Ti amo.
Per dirti: Ti amo, cura,
pulisci, innalza,
difendi
il nostro amore, anima mia.
Io te lo lascio come se lasciassi
un pugno di terra ricco di semi.
Dal nostro amore nasceranno vite.
Nel nostro amore berranno acqua.
Forse arriverà un giorno
in cui un uomo
e una donna, uguali
a noi,
toccheranno questo amore, ancora in grado
di bruciare loro le mani.
Chi fummo? Importa?
Toccheranno questo fuoco,
e il fuoco, dolce mia, sussurrerà il tuo semplice nome
e il mio, il nome
che tu sola sapesti, perché tu sola
sulla terra sai
chi sono, e perché nessuno mi conobbe come una,
come una sola delle tue mani,
perché nessuno
seppe come, né quando,
il mio cuore stette ardendo:
solamente
i tuoi grandi occhi grigi lo seppero,
la tua grande bocca,
la tua pelle, i tuoi seni,
il tuo ventre, le tue viscere
e l'anima tua che io risvegliai
perché restasse a cantare
fino alla fine della vita.
Amore, t'attendo.
Addio, Amore, t'attendo.
Amore, Amore, t'attendo.
Così questa lettera termina
senza nessuna tristezza:
sono fermi i miei piedi sulla terra,
la mia mano scrive questa lettera lungo la strada,
e in mezzo alla vita rimarrò
sempre
vicino all'amico, di fronte al nemico,
col tuo nome sulle labbra,
ed un bacio che giammai
s'allontanò dalla tua bocca.
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