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Nuvole d'arte Death Note: scritto con il sangue

02/06/2017

Il 24 gennaio dell’anno 41, tra le mura del palazzo imperiale, si consuma l’omicidio di Gaio Augusto Germanico detto Caligola e di sua moglie Milonia, pugnalati da un gruppo di Pretoriani congiurati con a capo i Tribuni Cassio Cherea e Cornelio Sabino. La piccola Giulia Drusilla, una bambina che non ha ancora compiuto due anni e la cui unica colpa è essere la figlia dell’Imperatore viene scaraventata più volte contro il muro fino a che la sua testa non viene letteralmente sbriciolata. Salito al trono appena quattro anni prima dopo aver assassinato lo zio Tiberio, soffocandolo probabilmente con le proprie mani tra le lenzuola della villa a Capri dove si era ritirato, i suoi rivali e gli oppositori, aveva regnato con feroce tirannia mostrando disprezzo verso il popolo e le altre cariche pubbliche, soprattutto del Senato nei cui confronti le umiliazioni erano all’ordine del giorno, al punto di arrivare a nominare Senatore il proprio cavallo, si era autoproclamato alla pari degli Dei e preteso venerazione e assoluta devozione. Chi osava levare la voce per contraddirlo veniva giustiziato come chi era anche solo sospettato di essergli nemico. Alla notizia della sua morte trascorsero diversi giorni prima che i sudditi trovassero il coraggio di festeggiare, terrorizzati dal pensiero che potesse trattarsi di un inganno messo in atto dallo stesso Caligola non nuovo a simili manovre per scoprire e punire i malumori.
Scorrendo la lista degli Imperatori che si succedettero alla guida del più grande Impero del Mondo Antico dopo la fine dell’Era Repubblicana vissuta e terminata anch’essa nel sangue, da Ottaviano a Romolo Augusto il 70% dei Princeps è morto in modo violento; dei rimanenti più della metà si è suicidata, altri sono venuti a mancare in circostanze misteriose. Per meno di 10, su più di 80, gli storici affermano che il decesso sia avvenuto per cause naturali senza alcun dubbio.
Light Yagami è un anonimo ragazzo tra i tanti che affollano Tokyo. La sua vita non ha niente di particolare, scorre tra i banchi di scuola e i compiti a casa, intervallata dalle partite a tennis e qualche uscita serale con i pochi amici. Un pomeriggio, mentre è impegnato a studiare, sente un rumore fuori dalla finestra e, affacciatosi a controllare, trova un quaderno con scritto “Death Note” in copertina sul quale qualcuno sembra avere appuntato una lista di nomi. Ryuk invece è uno Shinigami, un demone della Morte secondo le leggende nipponiche, che dal suo mondo guarda annoiato quello degli umani mentre ne prende le anime scrivendo i nomi di coloro la cui ora è giunta sul suo quaderno. Il gioco è semplice: si scrive il nome e il cognome della persona e, dopo un intervallo di tempo di 40 secondi il soggetto segnato muore, in qualunque posto si trovi, qualsiasi cosa stia facendo. Un lavoro come gli altri, solo che dopo un po' di secoli passati a riempire pagine su pagine il tutto diventa maledettamente noioso.
Ora, avete presente il detto “Il tempo vola quando ci si diverte”? La sua veridicità presuppone anche il fatto che le lancette sembrino scorrere molto più lentamente quando non si anno gli stimoli giusti, e così per Ryuk i giorni si susseguono stanchi e tutti uguali fino a che, osservando quel confuso mondo frenetico dal suo così immobile nella sua mente inizia a farsi strada un’idea. All’inizio è solo un flash, una di quelle cose a cui pensi per un attimo ma le riponi nei cassetti della memoria perché presi così sembrano una follia, poi diventa un pensiero che inizia a bussargli insistentemente in testa, un modo tanto diabolico quanto semplice per ridare un senso alla sua esistenza. Non deve fare altro che un piccolo e all’apparenza insignificante gesto, lasciar cadere il suo quaderno nel mondo degli uomini e aspettare che uno tra essi ne entri in possesso.
Pubblicato per la prima volta sul settimanale “Weekly Shonen Jump” dal Dicembre 2003 al Maggio 2006 e successivamente raccolto in dodici volumi, “Death Note” vanta ad oggi numerose riedizioni in tutto il mondo, un anime di 37 episodi tra i più seguiti e cliccati, quattro lungometraggi live action, una serie tv, musical, videogiochi e un remake cinematografico americano in arrivo dal prossimo 25 Agosto sulla piattaforma digitale Netflix. E’ l’opera d’esordio di Tsugumi Oba, il cui carattere poco social e le scarse informazioni nei profili pubblici sono serviti da pretesto per ipotizzare che in realtà si tratti di uno pseudonimo sotto il quale si nasconderebbe questo o quell’altro autore, peccato non si capisca il perché di tale scelta, e disegnato dalla mano precisa e a tratti quasi maniacale nella ricerca della cura per il dettaglio di Takeshi Obata. Originariamente era nato per essere un One-Shot, cioè un episodio unico, incentrato in modo particolare sulla figura degli Shinigami che dovevano esserne i protagonisti ma le difficoltà nel concludere una trama tanto complessa in poche pagine incoraggiarono gli editori del settimanale a produrne la serializzazione. Lo stesso Oba si dichiarò sorpreso del credito riscosso dall’idea.
Anticipato da una guida introduttiva al funzionamento del quaderno e alle regole da rispettare, “Death Note” si presenta come una gara tra Kira, il nome con cui si farà chiamare Light, e la Polizia, un macabro gioco dove il cacciatore può diventare preda alla minima mossa sbagliata. Protetto da Ryuk il cui unico interesse è divertirsi a guardare come andrà a finire quella specie di partita, e da alcuni complici fidati, il ragazzo tranquillo e bravo a scuola si trasformerà ben presto in uno spietato assassino, inebriato dalla consapevolezza di avere in pugno le vite di qualsiasi uomo o donna, ma proprio mentre l’ascesa di Kira sembra inarrestabile e il mondo sul punto di inchinarsi ai suoi piedi entra in scena Elle, un investigatore di enorme intuito e intelligenza che sembra prevedere tutte le mosse di Light e che, tenendo nascosto a tutti il suo nome, non può nemmeno essere ucciso.
Una trama geniale, arricchita da una suspence crescente e continui colpi di scena, un fumetto da possedere senza possibilità di appello, che ci lascia personaggi enigmatici e indecifrabili come Mello e Near e soprattutto la dimostrazione di come il potere logora e anche tanto chi ce l’ha, e che nessuno ha davvero mai in mano i fili delle vite altrui né quelli della propria, nemmeno gli Imperatori.

 

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