Tempi duri per lo zione! Le azioni dei suoi articoli sportivi sono in grave ribasso. Sarà che le generazioni moderne sono troppo prese dal gusto dell’estetica per apprezzare la “spartana” qualità dei suoi prodotti realizzati con materiali riciclati appena due o tre volte oppure che questi giovani sono dei gran pigroni assoggettati a quella costosissima pratica chiamata pubblicità, fatto sta che per gli amministratori delle imprese PdP urge trovare una soluzione e al più presto se non vogliono sentire molto da vicino il rumore della spingarda del principale caricata a sale.
Combinazione fortunata è la partenza da lì a pochi giorni della centesima edizione del “Giro del Calisota”, la più famosa corsa ciclistica a tappe del paese. Se la PdP si presentasse alla competizione come squadra e ottenesse un buon risultato il clamore mediatico che ne deriverà basterà da solo a portare un’importante impennata nelle vendite.
La fascia di capitano viene affidata a Pablo Pedivellas, ciclista dotato quanto capriccioso, che però a poche ore dal via della prima tappa è costretto a ritirarsi. Dietro il forfait dell’ultimo minuto c’è il più agguerrito rivale in affari di Zio Paperone, Rockerduck, che più di tutti ha da perdere da un suo possibile successo, inclusi pasti a base di “bombette”. Così sfruttando la passione di Pedivellas per il tango riesce a fargli recapitare in segreto un paio di scarpe da ballo di una misura più piccola e a trascinarlo in una festa dalla quale uscirà sfiancato e dolorante.
Perso in un solo colpo il campione e il capitano del team allo zione non rimane che affidare l’incarico di portare a casa il Giro al vice-capitano, che sarebbe anche il velocista, il gregario in salita, lo scattista e il passista, perchè in fondo che te ne fai di altri otto corridori che pretendono uno stipendio quando hai un nipote da ricattare con una lista di debiti lunga quanto tre tappe e mezzo? Sarà compito di Paperino portare alto il nome De Paperoni, anche perché un’ipotesi in cui l’interessato gentilmente declini l’offerta non è nemmeno contemplata. All’ammiraglia, a guidarlo e sostenerlo, i noti professionisti del settore Qui Quo Qua e Battista. Un’impresa alla portata, in fondo ci sono da battere solo cento e passa rivali tra cui Rik Van Pedalen detto il “ghepardo dei Carpazi”, da larga parte dell’opinione pubblica considerato il più forte ciclista in attività, nuovo ingaggio della RK, determinato e pronto a scrivere il suo nome su un nuovo trofeo.
Le prime frazioni sembrano mettere subito in chiaro la legge del più forte. Van Pedalen accumula un rassicurante vantaggio sugli avversari e la conquista della maglia “anatrosa” sembra ormai una formalità. Paperino è in ritardo di molti minuti e le montagne che stanno per arrivare non semplificano le cose. A nulla sembrano essere serviti gli anni passati in bici (la benzina costa!) al servizio dello zione come tuttofare, quando a cambiare le carte in tavola arriva l’olio speciale del grande Gianpapero Cricetocchi, custodito per caso dall’Associazione Maggiordomi Ciclisti e finito, sempre per caso, nelle mani di Battista, in grado di rendere qualsiasi bici più leggera e guidabile. Dal giorno dopo le cose prendono una piega diversa, il papero che sembrava essere lì per caso e che si staccava al primo falsopiano inizia a combattere, a dare tutto, guadagnandosi un chilometro dopo l’altro la stima e il rispetto del gruppo e dello stesso Rik Van Pedalen.
Ai miei tempi si diventava grandi quando si imparava ad andare in bicicletta senza le rotelle. Con gli amici di scuola e del quartiere si faceva a gara per vedere chi le toglieva prima. Non riesco a ricordare un pomeriggio d’estate della mia infanzia passato senza pedalare. Con “Paperino e la lunga corsa infinita” Sisto Nigro e Paolo Mottura ci regalano la più bella storia a fumetti dell’ultimo anno e mezzo. Tra le 37 tavole pubblicate su Topolino 3206 per celebrare la partenza del 100° Giro d’Italia e accompagnate da un bellissimo editoriale di approfondimento sulla storia della corsa rosa e dei campioni che l’hanno resa leggenda si ritrovano tutti i valori di quello che non è solo uno sport, ma una bellissima metafora della vita. Spingendo sui pedali si capisce il valore della fatica che ci vuole per raggiungere i piccoli e grandi obiettivi, che solo quello che ottieni con le tue forze è tuo davvero, si impara che ci sono attimi da cogliere per attaccare quando hai la gamba e momenti in cui devi difenderti, attaccarti alla ruota di chi ne ha più di te e non mollare per nessuna ragione.
Non c’è nessun lubrificante spaciale, nemmeno Gianpapero Cricetocchi esiste se non come espressione della forza e delle risorse che tutti noi abbiamo dentro. Probabilmente Paperino non riuscirà a battere Rik e nemmeno ad arrivargli vicino, ma quello che importa davvero è arrivarci in cima, sapere che tutto quel fiato lasciato sull’asfalto non è stato sprecato e poi via di corsa verso la prossima montagna, perché chi non vede una nuova salita all’orizzonte non ha più sogni.
La splendida variant cover che Mottura ha realizzato, presentata in anteprima al Comicon, riprende una delle immagini di sport più belle di sempre: Fausto Coppi e Gino Bartali, i più grandi rivali della propria epoca, durante la scalata al Colle del Galibier decisiva per la vittoria finale del Tour si passano una bottiglia d’acqua.
Aspettando le emozioni che i prossimi giorni ci regaleranno, il pensiero non può che andare a Michele Scarponi, al suo sorriso sincero, a quelle braccia alzate per l’ultima volta pochi giorni prima di scendere per sempre dalla bici. A commuovere il mondo non sono state tanto le parole dei suoi compagni quanto le lacrime di quelli che per logiche di competizione avrebbero dovuto essere i suoi rivali. E’ la lezione più bella del ciclismo, andando in bicicletta si impara prima di tutto ad essere amici.
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