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Nuvole d'arte Zagor La Saga di Terranova: l'Uomo e la Natura

28/04/2017

Anno 1954, 31 Luglio, ore 18,00 circa. La cima della montagna è spazzata dal vento gelido, la neve fluttua nell’aria formando mulinelli che trascinano verso il precipizio qualunque cosa incontrino sulla propria strada, l’aria è rarefatta e tutto intorno è coperto da spessi strati di nuvole. In quei momenti succede qualcosa che non era mai accaduta prima. Una mano spunta dal robusto strato di roccia e afferra tutto ciò che riesce in mezzo alla neve; pian piano, un centimetro dopo l’altro, spunta un braccio, poi due, e appena dopo la testa e il corpo di un uomo.
Non è solo, dietro ce n’è un altro, si tirano su a vicenda incitandosi. Nonostante siano coperti da maschere e indumenti pesanti metà del loro corpo è quasi congelato, le dita fanno fatica a stringersi intorno all’oggetto che uno dei due ha tirato fuori dall’imbragatura. Alla fine insieme riescono a premere il pulsante della macchina fotografica e immortalare il paesaggio che gli sta intorno, l’ultima fatica di un’impresa in cui tredici alpinisti italiani, cinque ricercatori e un gruppetto di supporto pakistano hanno fermato per sempre le lancette del mondo, perchè da allora sulla vetta del K2, a 8611 metri, piantate su una piccozza sventolano la bandiera del Pakistan e il tricolore dell’Italia.
Nell’estate del 1954 il paese di Dante, Petrarca, Manzoni e Leopardi è uscito dalla distruzione della seconda Guerra Mondiale da meno di dieci anni. Con 12 milioni di poveri, una buona parte della popolazione non alfabetizzata e un Sud quasi esclusivamente agricolo e arretrato dove metà delle case non ha nemmeno ancora a disposizione l’acqua potabile è uno Stato ancora lontano dal lasciarsi alle spalle la devastazione del conflitto. Per il Presidente del Consiglio, il segretario della Democrazia Cristiana Alcide De Gasperi, i mass media e gran parte dell’opinione pubblica la conquista della seconda montagna più alta del mondo, la cima più difficile da scalare, non è solo un evento da consegnare nei libri di Storia e da raccontare alle discendenze; è qualcosa di più, la prova che unito il paese ce la può fare, che lavorando insieme passo dopo passo la guerra può davvero diventare il passato insieme alla miseria…il K2 è un segno.
La sfida dell’Uomo alla Natura non è certo un fenomeno recente, fin dai tempi antichi l’essere umano si è messo alla prova in questo senso come testimoniano i miti e i testi antichi. Icaro che sfida le leggi della gravità con le sue ali di cera, Mosè che attraversa il deserto e le acque del Mar Rosso, Ercole che regge il Mondo al posto di Atlantide in una delle sue fatiche sono solo alcuni dei tantissimi esempi che vedono la mortalità e la fragilità umana confrontarsi con le forze naturali.
Moreno Burattini è forse il miglior autore contemporaneo di Zagor, o almeno quello che meglio di tutti riesce a coglierne il senso mitologico e metterlo al servizio del lettore. La “Saga di Terranova”, iniziata sul mensile numero 670 di Febbraio e conclusa sul 672 di Aprile è la perfetta alchimia tra gli aspetti classici del personaggio e i suoi moderni sviluppi. Nella prima puntata intitolata “Terranova” lo Spirito con la Scure e Cico si imbattono, mentre si trovano a caccia nelle pianure del Canada insieme all’amico Hampton, nell’unico superstite del naufragio della “Freedom”, nave da pesca trascinata dalle acque in tempesta fino all’Isola di Baffin nell’Arcipelago Artico. Lì, tra i ghiacci del grande Nord, con pochissimo cibo e acqua i compagni scampati alla furia del mare attendono i soccorsi.
Imbarcato il ferito sulla “Sea Rider” grazie all’aiuto di una piccola tribù di nativi giungono qualche giorno dopo nel villaggio di St John per cercare viveri e altri uomini per la spedizione. Qui si imbattono in un crudele affarista e nell’altro sopravvissuto al naufragio, entrambi legati dall’interesse che la Freedom e i suoi uomini non tornino mai più indietro. Mentre il primo albo è interamente dedicato alla caratterizzazione dei personaggi e delle dinamiche che si vengono a creare tra loro con “Tra i ghiacci del Nord” l’avventura entra nel vivo. La ricerca dei superstiti conduce Zagor e gli uomini del Capitano Howe ad affrontare le insidie del mare con le sue montagne di ghiaccio, i venti gelidi e le terre inospitali. A complicare ancora di più la situazione penserà l’infido Dunn, imbarcatosi con la scusa di voler recuperare i suoi compagni ma in realtà assoldato da Mister Lechant per sabotare la spedizione e affondare la Sea Rider simulando un incidente e consegnando al buio delle acque la prova delle proprie colpe.
Disegnata in maniera eccellente da Roberto Piere che conferisce una straordinaria resa ai paesaggi rendendoli di fatto il vero protagonista, la trama di Burattini affronta il tema dello spirito di sopravvivenza rapportandolo a questioni attuali come lo sfruttamento selvaggio dell’ambiente e della fauna da parte di un uomo alla fine incapace di contrastare la potenza del pianeta.
Più di tutto, la Saga di Terranova è una bellissima storia di amicizia, dello spirito di cooperazione e fratellanza di cui purtroppo le persone troppo spesso dimenticano di essere capaci. Una lezione da tenere a mente come l’impresa del K2. Quel giorno due uomini toccarono la cima grazie a chi li aveva accompagnati fino a qualche metro più sotto, a chi si era fermato al campo base e a chi non ce l’aveva fatta.
Piantata la bandiera e scattate le foto, raggiunsero i compagni qualche ora dopo per festeggiare. Non sappiamo cosa abbiano fatto il resto del tempo. Per alcuni hanno guardato giù per rendersi finalmente conto fin dove erano arrivati, per me hanno guardato su, perché se dal tetto del mondo la terra appare lontanissima il cielo sembra quasi di poterlo toccare.

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