Bentornati sull’Orient Express! Siete pronti per un nuovo viaggio nel mondo meraviglioso dei manga? Bene! Allora mettetevi comodi e incominciamo.
Nulla come la saggezza dei greci può insegnarci, attraverso il mito di Prometeo, quanto l’essere umano rispetto alle altre creature del creato abbia dovuto combattere per poter sopravvivere a una natura avversa.
Privo di quelle caratteristiche fisiche come artigli, zanne, ali o pelliccia, distribuite agli animali dal fratello di Prometeo, Epimeteo, che rendeva queste creature più adatte a sopravvivere a un’esistenza selvaggia, ciò che ha consentito all'esser umano di poter continuare la propria esistenza in un mondo così ostile è la conoscenza.
E la conoscenza fu il dono provieniente dal titano Prometeo che, amando la sua creazione più della paura nei confronti di Zeus, dona il fuoco agli uomini. Dura fù la punizione divina per la gentilezza dimostrata: incatenato nudo nella zona più alta e più esposta alle intemperie, gli venne conficcata una colonna nel corpo, verrà tormentato da un'aquila che gli squarcierà il petto e gli dilanierà il fegato che gli ricrescerà durante la notte, condannandolo così a un'eternità di dolore, mentre gli umani verranno puniti da Pandora e dal suo rinomato vaso, contenitore di ogni sofferenza umana.
Estendedo questo paragone ai giorni nostri, concedendoci qualche libertà, non possiamo non citare 2001: Odissea nello spazio di Kubrik, dove in questo caso l’evoluzione dell’essere umano avviene a causa di un’anomalia spaziale, un oscuro monolite proveniente dallo spazio più profondo di cui non si riesce a comprendere l’origine.
E in questa eterna lotta con forze e entità più grandi di noi, come può l’essere umano confrontarsi e non uscirne completamente annichilito?
Ed è all'interno di questo spazio che trova la sua origine:
Gantz.
Gantz è un seinen scritto e disegnato da Hiroya Oku, nato il 4 luglio 2000 ha visto concludersi il suo arco narrativo ben 13 anni dopo, nel maggio del 2013.
Il manga trova come sua ambientazione una Tokyo contemporanea dove facciamo subito conoscenza con il nostro protagonista Kei Kurono, un normale studente di prima superiore che, allontanandosi dai soliti protagonisti stereotipati a cui il grande pubblico è abituato, dimostra immediatamente di essere un individuo egoista ed egocentrico, il tipo di persona che credendo di essere superiore rivolge al mondo circostante uno sguardo di distaccato interesse.
Sarebbe un giorno come un altro per il nostro protagonista se non fosse per un senzatetto che, completamente ubriaco, cade e sviene sui binari della metropolitana. Tra il disinteresse collettivo solo un ragazzo si precipita a salvarlo, Masaru Katu, vecchio amico di Kurono, ragazzo gentile e coraggioso che, mentre cerca di aiutare il malcapitato, riconosce Kurono e lo convince a collaborare.
Nonostante riescano a salvarlo, i due non riescono a sfuggire al treno in arrivo, segnando così la fine dei due amici. Almeno apparentemente.
Infatti, tra lo shock e lo sgomento, i due si risvegliano in una stanza di un palazzo insieme ad altre persone che ha come unico arredamento una sfera nera al centro.
Dopo i primi minuti di confusione, tra piccole gag e attimi di follia, la sfera si attiva donando a tutti loro un equipaggiamento futuristico mai visto prima, dotandoli di tute e armi dall’aspetto bizzarro, assegnando a tutti loro una bizzarra missione: uccidere un alieno cipolla.
Ed è così che lentamente si fa strada nella loro coscienza una nuova possibilità: sono ancora vivi.
A dispetto della prima e assurda missione assegnata dalla sfera nera, Gantz è classificabile come un horror fantascientifico dove avvenimenti come: morti violente, dolore, perdite, amicizia e amore trovano piena espressione in quest’opera che, in un costante crescendo diventerà qualcosa di monumentale, quasi biblico, dove i personaggi dovranno affrontare battaglie sempre più violente dove la pietà non viene contemplata e la pace diventa un miraggio sempre più lontano.
Geniale e privo di scontatezza, ricco di ambientazioni e rappresentazioni di individui sempre più fantasiosi e mai banali, rendono questo seinen un vero capolavoro, dimostrando una notevole sensibilità nell’approfondire, tra i tanti aspetti trattati, anche la psicologia umana rappresentandone sia la sua estrema fragilità quanto la sua immensa forza.
Anche oggi siamo arrivati alla fine di questo viaggio.
Spero di avervi almeno stuzzicato un po’ la curiosità nei riguardi di questo manga e, quando l’avrete finito, potremmo parlarne davanti a una bella tazza di tè oppure davanti a una bella tavola imbandita in un ristorante giapponese.
Ci vediamo la settimana prossima!
SPOILER ALERT: Se tutto quello che ho detto prima non è bastato a convincervi allora vi dico anche che ci sono scene di sesso! Per tutti i gusti, se mi permettete questa aggiunta.
Siete ancora qui?
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