Il solco tra quella che chiamiamo Storia e Preistoria viene tracciato nel 3000 circa A.C., nell’antico Medio Oriente quando, in Mesopotamia, presso la civiltà dei Sumeri, nasce e si sviluppa un sistema basato sull’incisione nell’argilla di segni cuneiformi. All’inizio ne esistevano almeno un migliaio, ma in poco tempo il numero si ridusse notevolmente. Era nata la Scrittura.
Con la conquista del modo di comunicare sé stesso l’Uomo smette di essere Primitivo, acquista la consapevolezza delle nozioni di Tempo e Spazio e inizia a raccontarsi. Insieme ai primi testi scritti nasce la Cultura, la possibilità di imparare, indagare e scoprire il mondo nel quale viviamo.
Se la Scrittura segna l’inizio della Storia, la Stampa a caratteri mobili di Gutemberg nel 1455 ne determina la svolta. Con essa, il testo scritto diventa replicabile, e ciò che prima era accessibile solo ad una stretta cerchia di persone diventa patrimonio di chiunque sia almeno un po’ scolarizzato. E’ il libro il primo vero medium che l’umanità fa suo, attraverso il quale una nuova concezione di società si fa strada e prende forma, lontano dai ricchi castelli e dai salotti nobiliari, affamata di rivincite e avventure.
Il Romanzo è il figlio di questo sogno. Raccontare ciò che potrebbe essere spinge il lettore ad abbandonare la realtà e ad immaginare un altro, tanti altri mondi possibili. Il Teatro moderno, il Cinema, il Fumetto, hanno dato una forma a ciò che prima era sfumato. Con le immagini e i disegni le lettere prendono vita, i personaggi hanno un volto, parlano, si muovono e, soprattutto grazie all’invenzione dei Fratelli Lumière, abbattono le ultimi frontiere diventando ad uso e consumo di ogni individuo, anche degli analfabeti e delle classi più povere.
I media non sono tecnologie che viaggiano separatamente, ma entità che si contaminano a vicenda e con cui la società si interfaccia in un rapporto attivo. Se tale scambio è evidente per quanto riguarda il Romanzo e la Settima Arte e tra quest’ultima e il Fumetto, appare meno scontato quello tra le ruvide pagine del libro e quelle colorate dei comics.
Eppure il rapporto esiste ed è fortissimo. Ne hanno un’idea ben chiara i lettori di Topolino, a cui facciamo gli auguri per questo e tanti altri compleanni, che alla Parodia ha legato un’importante parte della sua gloriosa storia, ancora memori dell’ultima fatica di Bruno Enna e Fabio Celoni che poche settimane fa hanno concluso la trilogia dedicata al Romanzo Gotico con una personale rilettura di “Frankenstein”, capolavoro cui Mary Shelley diede vita partecipando ad un gioco tra amici. Un lavoro ben riuscito, pur avendo apprezzato molto di più i due capitoli precedenti. Sempre Panini ha pubblicato “Sherlock - Uno studio in rosso”, primo volume della trasposizione della famosa serie televisiva ispirata al personaggio ideato da Arthur Conan Doyle alla fine dell’800, che non smette mai di affascinare.
Non solo il Romanzo Classico alla ribalta, ma anche quello moderno. Uno dei personaggi più iconici degli ultimi anni è senza dubbio il commissario Ricciardi, nato dalla penna dello scrittore napoletano Maurizio De Giovanni e protagonista di una serie di libri venduta in tutto il mondo. Oltre ad una serie tv, al Comicon prima e a Lucca Comics poi è stata confermata anche la realizzazione di una collana a fumetti ispirata alle sue indagini.
Discendente di una nobile famiglia campana, introverso e con un forte senso della giustizia, Luigi Alfredo Ricciardi vive e si muove nella Napoli degli anni ’30, tra Camice Nere e delinquenti più o meno organizzati. Non è raro che, in quell’ambiente, qualcuno finisca ammazzato. A differenza di tutti gli altri, però, il commissario sembra possedere la capacità di avvertire gli ultimi pensieri delle vittime, dote che si rivela spesso utile per arrivare a smascherare l’identità degli assassini. La miniserie, composta da quattro numeri, sarà pubblicata da Bonelli Editore e vedrà tra gli sceneggiatori Claudio Falco, Giuseppe Terracciano e Sergio Brancato. La presentazione avverrà probabilmente in occasione della prossima edizione della fiera annuale del capoluogo campano, ma non sarà l’esordio illustrato del commissario. Già lo scorso anno Star Comic ha pubblicato “I vivi e i morti”, graphic novel scritta da Giuseppe Di Virgilio e disegnata da Emanuele Gizzi, riproposizione di una delle trame più belle di De Giovanni, col funzionario che si trova ad indagare su una serie di misteriosi omicidi che hanno come vittime un prete, la padrona di un bordello e un buttafuori.
Sullo sfondo una Napoli grigia, sinistra, sepolta dalla pioggia battente (un’immagine che in realtà solo chi non la conosce bene non troverà familiare), prigioniera dell’ignoranza e della povertà, giudice e carnefice di chi non ha la giusta cattiveria per sopravviverci, e di chi ne ha troppa.
Aspettando la nuova serie, un esperimento certamente ben riuscito, a dimostrazione di come l’arte non ha confini predefiniti, ma è unica, bella, e nostra.
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