Tutto è cominciato davanti ad un banco dello stand della Shockdom, azienda italiana specializzata nella pubblicazione direttamente “in rete”. Nata a Milano all’alba del nuovo millennio ha sempre considerato la produzione su carta, pur senza rinunciarvi, secondaria o, a sentire Lucio Staiano, fondatore insieme a Maximiliano Bianchi, addirittura barbaro merchandising.
Non siamo d’accordo, anzi diciamolo chiaramente, ci sembra, come al 99% dei lettori di tutto il mondo, una fesseria per dirla in termini adatti a tutti, e se non la pensano così gli amici di Shokdom ci spiegassero, per cortesia, dove sta la differenza e il peccato capitale nel vendere fumetti su uno scaffale rispetto al venderli in rete (visto che, virtuali o no, i soldini se li prendono lo stesso).
Dicevamo, questa storia inizia nei pressi dello stand della casa milanese allo scorso Romics svoltosi a metà Aprile, Domenica 17 per l’esattezza, quando un giovane armato di ferventi quanto moderni principi ideologici, con una scena che nemmeno le simulazioni di Neymar fa finta di cadere rovesciando un bicchiere di Coca-Cola sul banco dove erano posati molti fumetti. Il colpo di stato non finisce qui, il militante inizia a gettare in terra volumi a caso finchè non viene finalmente sbattuto fuori. Passano pochi minuti e la notizia esce su tutti i siti di informazione, come al solito ingigantita all’inverosimile (un famoso quotidiano parla di “gruppo organizzato” e danni per migliaia di euro), ma sarà proprio lui, il fiero soldato che ha portato a termine la missione, a rivendicare l’attacco pubblicando il video che si era premurato di farsi fare a testimonianza dell’impresa.
L’eroe in questione? Sarebbe un militante di “Casa Pound”, noto gruppo con sede nella capitale che, pensate, ha il merito di portare avanti l’attuale quanto democratica e liberale ideologia “Fascista”. Insomma, la qualità della vita cala? L’economia non funziona? Il lavoro non c’è? Non preoccupatevi, basta che tornino i Fasci e si risolve tutto perché, come noto a tutti, quando c’era Lvi si stava meglio.
E’ proprio quello che pensano i protagonisti di “Quando c’era Lvi”, un gruppetto di spiantati di ogni genere, gente che ancora si commuove riascoltando la celebre dichiarazione di guerra agli Alleati, cioè quelli “volgenti al tramonto” che non avrebbero avuto nemmeno il tempo di scendere dalle navi. Insomma, come diceva Lvi la parola d’ordine è una sola, vincere, in questo mondo moderno servo del potere e di politici corrotti, di una moneta imposta da trame oscure scritte da logge massoniche e torturato da gay e lesbiche che osano chiedere di avere il diritto di slinguazzare all’aria aperta.
Non c’è tempo da perdere, il Duce deve tornare perché il paese ha bisogno di lui. E’ così che, con l’aiuto di uno scienziato ex ufficiale nazista, la simpatica banda decide di tentare l’impresa di riportarlo in vita, e ce la fa.
Si potrebbe parlare di un piano riuscito alla perfezione, una vittoria come lo era stata la guerra (…aspetta, quella forse no…), e invece mai cantare vittoria troppo presto, perché il Duce, almeno questo che si trovano di fronte, non sembra più quello dei tempi migliori.
Presentato come il fumetto che farà imbestialire l’estrema Destra ma fino ad ora c’è riuscito solo con estremi fessi (mentre scrivo rido di satirico gusto), il primo numero della nuova serie targata Antonucci -Fabbri e colorata da Mario Perrotta che conosco e a cui vanno i complimenti per lo splendido lavoro, si presenta come un discreto prodotto satirico, senza tuttavia toccare argomenti che possano giustificare simili affermazioni.
Sarà che è solo la prima parte, visto che il tutto si articolerà in quattro uscite, e magari vogliono tenersi il meglio per i prossimi episodi, sarà che se ne è iniziato a parlare molto prima e uno si aspettava scomuniche e cose del genere, resta il fatto che “Quando c’era Lvi” appare, salvo clamorosi colpi di scena a venire, un normalissimo fumetto che prende spunto da un espediente che appare non troppo originale per strappare qualche risata e portare un po’ di buonumore. Si lascia leggere, scorre bene, ma se vi aspettavate un capolavoro passate avanti, non è proprio questo il caso, e perfino il fascistello di Casa Pound, se tra un atto vandalico e l’altro trovasse il tempo di dargli un’occhiata probabilmente forse, ma forse, finirebbe per pensarla così.
A lui diciamo solo questo. Carissimo, se un giorno vorrai pentirti delle cretinate che fai e, cosa molto più grave, che pensi, ti accoglieremo nel nuovo millennio con gioia, se non vuoi farlo ti facciamo presente che la Coca-Cola è un marchio capitalista di importazione americana, quindi pentiti lo stesso.
Di sotto i link della seconda parte dello “Speciale Comicon”, noi ci ritroviamo lunedì, perché a Maggio raddoppiamo gli appuntamenti; non lo facciamo per voi, ma perché ci divertiamo noi. Viva la libertà!
https://www.youtube.com/watch?v=DSSB0v-Jnzg&feature=youtu.be - Intervista a Tito Faraci (autore Disney Panini)
https://www.youtube.com/watch?v=h5di7lA_2wA - Seconda parte Cosplayers
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