Occhi grandi sui quali ogni tanto posa un paio di occhiali da lettura, figura snella, bruna, vestita in nero, avvolta in un lungo cappotto, tacchi non molto alti. Siamo abituati a vederla così fin dalla prima volta in cui l’abbiamo incontrata, un po’ di tempo fa, anche se per lei gli anni sembrano non passare mai, come le dive.
Merito di Giancarlo Berardi, autore che definire geniale è anche riduttivo, che a Miss Julia Kendall ha dato un volto e un carattere, costruendo, negli anni, un fumetto bellissimo che quasi un anno fa ha tagliato il meritatissimo traguardo dei 200 numeri.
Era il 1998, e Berardi usciva da un’esperienza tanto bella quanto, immaginiamo, faticosa come “Ken Parker”, creato un ventennio prima con Ivo Milazzo, altro grandissimo dell’ottava arte (uno che, non stiamo affatto esagerando, dovrebbe essere studiata nelle scuole al capitolo “grandi narratori del ‘900”).
Il fumettista genovese bussa alla porta dell’ufficio di Sergio Bonelli con i bozzetti di due idee: una, a sfondo fantascientifico, avrebbe dovuto chiamarsi “Stark”, l’altra, una saga di spionaggio, “Drako”. Vengono scartate entrambe, forse perché sanno di già visto o semplicemente perché Sergio non ci crede più di tanto, ma la differenza tra i bravi e i geni è che i secondi quando ti mostrano due idee ne hanno già in mente una terza.
Stavolta l’azione è di genere poliziesco, e si svolge in una città immaginaria del New Jersey. Il protagonista è una donna, una giovane criminologa alle prese con omicidi e altri crimini che avvengono a Garden City. E’ l’idea buona.
Il primo numero di “Julia – Le avventure di una criminologa”, col titolo “Gli occhi dell’abisso” esce nell’Ottobre 1998, e vede la presenza di quella che sarà una delle sue antagoniste più agguerrite, Myrna Harrod, assassina seriale con la quale, nel corso degli anni, Julia svilupperà un rapporto misto tra sfida e rispetto, odio e attrazione (Myrna non nasconderà mai alla protagonista di esserne innamorata).
Vengono delineati anche quelli che saranno i protagonisti principali della serie. Julia insegna criminologia alla Hollyhock University e condivide gran parte del suo tempo con la governante Emily Jones, donna di colore che si prende cura della sua casa. Non lavora ufficialmente in Polizia, ma presta spesso servizio come consulente del Garden City Police Department, collaborando con il tenente Alan J. Webb e il sergente “Big” Ben Irwing. Collaborazione, la loro, niente affatto semplice, colpa in particolar modo del carattere spigoloso del tenente.
Il migliore amico di Julia è il detective privato Leonard “Leo” Baxter, tipo dai modi piuttosto sbrigativi ma pronto a rischiare tutto per le persone a cui tiene, con cui ha un rapporto quasi fraterno. Li lega una infanzia dura alle spalle, dove Leo ha perso il fratello piccolo e Julia entrambi i genitori, e un modo in fondo un po’ infantile e sognatore di guardare la vita.
Ci sono poi la sorella Norma, che fa la modella ed è sempre in giro per il mondo, e la nonna Lilian, che ha accudito le sorelle Kendall dopo la morte dei genitori, e ora vive in una pensione e dispensa i suoi consigli di vita, soprattutto in ambito sentimentale, alla nipote ogni volta che ne ha l’occasione.
Una protagonista affascinante rappresentata con le fattezze dell’indimenticabile Audrey Hepburn, sensuale anche se non fa niente per sembrarlo , intelligente, timida al punto giusto, un ambientazione metropolitana ma non caotica (Garden City appare una città verde e tranquilla) che si sposa alla perfezione con il genere, un gruppo di comprimari molto credibile e ben assortito, e in pochi numeri Julia diventa uno dei fumetti più seguiti in Italia, ottenendo recensioni straordinariamente positive e arrivando ad essere considerato, oggi, una tra le migliori, se non la migliore forma di scrittura di casa Bonelli.
Per chi non la conoscesse, l’occasione per avvicinarsi a Miss Kendall può essere il bellissimo numero uscito in edicola lo scorso Febbraio, “Julia 209 - Vedi Napoli e poi muori”, in cui la criminologa, in Italia per passare qualche giorno in compagnia del fidanzato Ettore si troverà alle prese con un caso di omicidio legato, forse, al ritrovamento di un dipinto. Sceneggiatura dello stesso Berardi e Maurizio Montero, disegni di Steve Boreley, la storia è un continuo susseguirsi di azione, nella cornice di un capoluogo partenopeo ottimamente rappresentato. Del resto, pare che la Bonelli abbia annunciato che questo numero segnerà l’inizio di un periodo di grandi indagini in giro per il mondo per Julia.
Note agli appassionati di curiosità, il nome del personaggio fu scelto dal creatore come richiamo alla Gens Iulia, per simboleggiare l’italianità del personaggio. Per quanto riguarda il cognome, Kendall, ricordatevi di “Ken Parker”.
Infine c’è il suo fidanzato, poliziotto italiano genovese come Berardi. Le coincidenze!
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