E così, in una Alexandria invasa dagli zombi, per l’ennesima volta apparentemente senza via di scampo, avevamo lasciato, qualche mese fa, Rick Grimes e i suoi amici, nel finale della middle season della sesta serie tv di “The Walking Dead”.
Ammettiamolo, i primi otto episodi hanno seguito la scia degli ultimi otto della quarta serie, cosa che speravamo non succedesse. La trama, infatti, non è stata altro che un lungo e piuttosto piatto avvicinarsi all’arrivo del punto di svolta che si ha iniziato a palesarsi nell’ultimo episodio, la distruzione di Alexandria e l’arrivo di Negan. Alla fine sembra che ce l’abbiamo fatta, nell’episodio “Senza via d’uscita”, andato in onda ieri sera e che tutti gli appassionati a quest’ora avranno già guardato in modo legale o meno (la cosa davvero non ci tocca), la città è stata sepolta dal fuoco insieme a zombi e molti abitanti, legami si sono spezzati, persone che sembravano cattive si sono dimostrate buone mentre non si può dire lo stesso di altre che sembravano buone, e dalle sue ceneri i pochi sopravvissuti si preparano a ricominciare, mentre qualcuno li sta osservando.
Insomma, la “Guerra Totale” è all’orizzonte, e l’aspettiamo tutti perché la faida a colpi di proiettili, ma soprattutto la partita a scacchi tra Alexandria, Hiltop e i “Salvatori” ha rappresentato quello che è senza dubbio il punto più alto raggiunto dal fumetto di Robert Kirkman.
Tutto inizia quando Rick e i suoi, mentre sono in avanscoperta incontrano Jesus, abitante della città di Hiltop, che propone un accordo commerciale tra le due comunità. Le cose si rivelano meno facili del previsto quando, giunti nella città di Jesus, il loro leader Gregory viene pugnalato davanti agli occhi dello sceriffo da uno degli abitanti del luogo di ritorno da una spedizione.
Il mandante del delitto è Negan, a capo di una banda di mercenari che si fa chiamare “i Salvatori” e da tempo obbliga la comunità di Hiltop a fare affari con loro, facendosi consegnare alimenti e provviste di vario genere senza possibilità di rifiutarsi.
Sulla via del ritorno, Rick e compagni si imbattono anch’essi in alcuni uomini di Negan, ma riescono a neutralizzarli lasciando un messaggio per il loro capo: da quel momento in poi devono lasciare in pace gli abitanti di Hiltop, che sono sotto la protezione di Alexandria.
La risposta dei Salvatori non tarda ad arrivare, ed è scritta col sangue di uno dei personaggi più amati del fumetto e della serie (non diremo chi è per non beccarci gli insulti e le vendette di chi non segue TWD versione cartacea, anche se è stato ventilato un clamoroso cambio tra fumetto e serie tv che vedrebbe la morte di un altro personaggio, e ci crediamo visto che non sarebbe il primo importante cambiamento), con cui “Lucille”, la mazza da baseball chiodata di Negan, bagna i volti terrorizzati e increduli di Rick e Michonne, impotenti come mai lo sono stati, in una delle scene più forti dell’intera ottava arte.
Da quel momento in poi è tutta una escalation di tensione e violenza che porta a quello che Negan vuole: la Guerra. Già, perché non conta chi vince o chi perde, chi muore e chi resta in vita, alla fine l’unico che ottiene quello che vuole è lui.
Perverso, sociopatico, probabilmente sessualmente represso, questo ragazzone con la mazza da baseball è la perfetta e spaventosa icona di cosa è diventato il mondo dopo l’apocalisse. Un posto crudele, dove il più forte è libero di sottomettere il più debole e di riscrivere le regole del gioco a suo piacimento come quelle di una guerra che si combatte come ha deciso Negan.
Cosa resterà alla fine? La consapevolezza di aver combattuto altri uomini per qualcosa che non era cibo, coperte, protezione e nemmeno istinto di sopravvivenza, ma solo per odio. Terminato lo scontro, ci rendiamo conto che il mondo popolato da zombi poteva benissimo non essere mai esistito, il ragazzone con la mazza chiodata avrebbe ottenuto il sangue che voleva, senza bisogno di alcuno zombi, di alcuna apocalissi, e questo non può che spaventarci.
Vedremo come se la caverà la serie tv, la speranza è sempre la stessa, che non tiri eccessivamente per le lunghe una storia che va vissuta ad alti ritmi per essere apprezzata in maniera completa. Nel frattempo una cosa buona è gia successa: Jessie e i figli sono finalmente morti, divorati dagli zombi tra urla e un bel po’ di sangue che schizzava. Ammettiamolo, abbiamo goduto da matti mentre quella inutile e insulsa biondina usciva finalmente di scena.
Per chi volesse portarsi avanti e recuperare “Guerra Totale” fumetto, la saga è stata raccolta da Saldapress in due volumi speciali che trovate in fumetteria. Non preoccupatevi, li a far battere il cuore di Rick c’è Andrea, quella bellissima donna che la tv ha ucciso alla fine della terza serie.
E poi dicono che non è meglio il fumetto!
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