Poche settimane fa è stato registrato un dato interessante e unico nella storia della discografia, a quanto pare per la prima volta la vendita delle ristampe supera quella della nuove uscite. Da sempre nelle classifiche inglesi è possibile trovare nella top 100 “the dark side of the moon” dei pink floyd, “greatest hits” dei queen e “thriller” di Michael Jackson ma essendo queste produzioni dei capolavori immortali il dato non attirava particolarmente l' attenzione, invece negli ultimi dieci anni ci sono stati diversi revival di precise epoche storiche e questo forse è un qualcosa che poteva essere letto come un presagio, di fatto negli ultimi 2 anni non solo più le classifiche inglesi ma anche quelle europee, usa e australiane dimostravano una presenza sempre più massiccia di vecchie produzioni, fino ad arrivare di fatto nello scorso mese al sorpasso del “vecchio sul nuovo”. E' un dato che ha il suo perché e può essere spiegato. C'è da dire che non sappiamo se il dato di gennaio sia una costante per il futuro o una semplice eccezione, non dimentichiamo che all' inizio dello scorso mese è venuto a mancare David Bowie, uno degli artisti più influenti del ventesimo secolo e questo sicuramente ha dato una scossa alle classifiche di tutto il mondo ma come dicevamo prima qualcosa era già nell' aria. C'è da dire che viviamo un periodo storico particolare, tutto quello che ascoltiamo di nuovo ci sembra di averlo già sentito, quasi sempre le nuove produzioni hanno lo stesso sound, complice di questo appiattimento anche la mole di produzione selvaggia del ventesimo secolo ma negli anni cinquanta qualcosa di simile era già successo; dopo lo swing, il jazz e il blues ci fu un breve periodo di appiattimento spento dall' arrivo del rock'n'roll di Elvis Presley e Buddy Holly, dagli anni settanta il rock vive in parallelo col mondo dell'elettronica. Analizzando queste rivoluzioni dello scorso secolo notiamo che sono legate alla scoperta di un nuovo mezzo, quindi viene facile chiedersi: è stato creato negli ultimi anni uno strumento in grado di rivoluzionare la musica? La risposta è no, però questo non l' ha fermata (avevano ragione i pooh!) qualsiasi epoca del novecento non aveva a disposizione la banda larga ne la convergenza dei media che abbiamo ai giorni nostri, ecco questi fattori hanno dato risposta alla fame delle nuove generazioni ma non dobbiamo cadere nel facile errore di etichettarle come nostalgiche, nostalgico è colui che ha vissuto quarant'anni fa ma un disco di quarant'anni fa ascoltato per la prima volta da un ventenne sarà sempre una novità. Rimanendo nel campo della rete c'è da dire che fin dagli anni novanta ha avuto il ruolo di scopritrice di vecchie pubblicazioni, che siano live bootleg o dischi mai andati in ristampa, fino ad arrivare a youtube dove non è raro trovare vecchie produzioni indipendenti destinate a finire nel dimenticatoio anche dei produttori stessi finendo invece per trovare nuova linfa con migliaia se non addirittura milioni di visualizzazioni. Infine dato straordinario degli ultimi anni l' impennata delle vendite dei vinili, fattore che i non più giovani definiscono strano, ma tanto strano non è in realtà, chi ha meno di venti anni non ha mai toccato fisicamente la musica ma è abituato ad ascoltare mp3 compressi in sterili cuffiette, forse c'è solo voglia di possedere fisicamente la musica e ascoltare con due monitor audio la bellissima presenza di tutte le frequenze del vinile, più sporco ma più reale. Accade lo stesso per il video, la pellicola 8mm è stata rimessa in commercio e pare che anche le vecchie vhs siano destinate a una seconda vita. Insomma forse dobbiamo rassegnarci a essere la generazione che più che produrre è destinata ad ascoltare (e vedere), ora abbiamo tutti i mezzi per scoprire il lato nascosto del novecento e con il medium che preferiamo.
Cosa ascoltavo mentre scrivevo questo articolo:
The clash – Sandinista
https://www.youtube.com/watch?v=HnSQFaHvxTI&list=PLw8I74P--tlVmX53NXBA_YtzoovpSfdlU
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