Natale sta arrivando! Basta scendere in strada per respirare quella bella atmosfera, tra le luci colorate che addobbano i vicoli e le piazze, il profumo di cioccolata calda che si alza dai mercatini, il grido dei bambini che si confonde tra le note che suonano via dai negozi, portate da un vento carico di speranze, di sogni.
Eppure, è tristemente vero che il mondo non si aggiusta certo a Natale, è solo che abbiamo un assoluto bisogno, ogni tanto, di fingere che le cose vadano meno male di come vanno.
“Lupo Alberto – Natale senza te”, scritta nell’ormai lontano 2005 (a dimostrazione di come il tempo corra troppo in fretta), è una di quelle storie che appartiene, nel profondo, ad ognuno di noi. Tutti, tra la frenesia dei regali e gli addobbi, in questi giorni ci ritroviamo a pensare a qualcuno che abbiamo perso. E’ inevitabile, è la vita, e aggiungeteci tutta la lista dei luoghi comuni e delle frasi fatte, resta il fatto che ogni volta che guardi la sedia vuota di una persona a cui volevi bene, o che passi sotto casa sua e vedi le persiane abbassate, ti ritrovi qualcosa di suo tra le mani senza accorgertene, ti viene il vuoto allo stomaco, e a Natale ancora di più.
Alla fattoria Mc Kenzie, a pochi giorni dal 25, tutti si preparano alla tradizionale cena natalizia. E’ una bella mattina fredda al punto giusto, e gli animali si divertono a pattinare sul ghiaccio, prendendo in giro il grosso cane Mosè che non è proprio nato per quello sport.
Già il modo in cui Piero Lusso, autore di questa e almeno di altre tre storie tra le più belle del Lupo di Silver, traccia la separazione tra Alberto e la sua fidanzata, la gallina Marta, è di un realismo tremendo.
Quello che opprime Marta nei giorni seguenti non è tanto il dolore della perdita (Alberto è morto scivolando e cadendo in un crepaccio mentre pattinava) quanto quello che nasce dal non aver potuto salutare il suo fidanzato un’ultima volta, andando via di corsa prima che il fatto accadesse.
A peggiorare le cose c’è il Natale che sta arrivando. Tutti vogliamo far finta che le cose vadano meglio, e persino Enrico La Talpa ha poca voglia di parlare di Beppe, come chiamava lui Alberto. Crudele forse, ma per essere felici spesso bisogna dimenticarsi di chi sta male.
E così, mentre la fattoria si veste per le feste, la gallina inizia a vagare sola per i luoghi che fino a poco prima aveva condiviso con Alberto, scoprendo quanto, molto spesso, siano le persone che ci stanno vicine a rendere le cose più banali, come fare una passeggiata la mattina o parlare di cose futili, un’esperienza meravigliosa. Prendete me, non faccio una partita a Scopa da quando non c’è più mia nonna, e non è che il gioco prima mi piacesse più o meno di quanto mi piace ora…solo che, senza di lei che non sapeva nascondersi le carte e confondeva gli otto coi nove non mi diverto più, e non perché mi piaceva vincere facile, mi piaceva giocare con lei.
Come nella realtà, anche nei fumetti delle persone che abbiamo amato non ci resta molto materialmente. Di Alberto a Marta resta la sciarpa che aveva addosso il giorno dell’incidente e la sua spilla a forma di stella. Tutto il resto è nei pensieri, nei fantasmi che la notte la accompagnano nei suoi sogni, quando il mondo si spegne e non siamo più ancorati a ciò che è reale, o che crediamo sia, e possiamo immaginare di essere dove e con chi ci pare.
Proprio nelle pagine dedicate al sogni, tra la distanza incolmabile e l’impossibilità a comunicare tra i due innamorati, l’autore, grazie anche agli splendidi disegni e colori di Bruno Cannucciari, artista anche lui del Lupo e non solo, ci regala pagine intrise di profonda tristezza. Il tempo di Marta col suo amore che non c’è più è scivolato via, così veloce che nemmeno hanno avuto il tempo di accorgersene.
Prima di lasciarsi andare definitivamente al dolore, mentre chiede un’ultima volta, in lacrime, ad Alberto di non andare via, la gallina si risveglia nell’infermeria della fattoria. Sembra che sia stata lei a cadere mentre pattinava, e per tutto il tempo in cui non è stata cosciente il lupo è rimasto accanto a lei aspettando che tornasse in sé. Tutti aspettavano solo lei, e i festeggiamenti per il Natale possono iniziare.
Nella vignetta finale, mentre si abbracciano, lei gli racconta del suo sogno e lui risponde che il loro amore è il vero sogno, e gli innamorati non dovrebbero svegliarsi mai mentre, in casa di Marta, la sciarpa e la spilla di Alberto sono appoggiate, come nel sogno, sulla sedia vicino al piccolo albero decorato a festa.
Cosa significa? A ognuno la libertà di interpretare la scena come meglio crede. In fondo, in ogni cosa scegliamo sempre una delle tante possibili interpretazioni, e almeno un giorno all’anno il lieto fine ce lo meritiamo.
Nuvole d’Arte torna dopo le feste, vi auguro davvero di passarle in serenità e in allegria, con le persone a cui volete bene. Auguri!
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