Ogni anno, nelle scuole italiane, assistiamo a migliaia di casi di imposizione del contributo VOLONTARIO. Il più delle volte i presidi confondono le tasse scolastiche con il contributo scolastico. Da anni le famiglie pagano centinaia di euro facendo spesso dei sacrifici troppo grandi. In caso i presidi non dovessero conoscere la differenza tra i due tipi di pagamento potrebbero capirlo leggendo questo brevissimo articolo targato MR STUDENT.
A partire dall’anno scolastico 2006/2007 tutti gli studenti sono esclusi dalle tasse erariali fino al terzo anno di liceo. Per gli anni successivi ci sono comunque alcune tasse che ammontano ad una cifra totale di 48,35 euro: tassa di iscrizione: (6,04 euro, richiesta comunque dopo aver compiuto i 16 anni), tassa di esame (12,09 euro), tassa di frequenza (15,13 euro), tassa di diploma (15,13 euro). Il Decreto legislativo del 16 Aprile 1994, n. 297, articolo 200 prevede questi pagamenti. Per quanto riguarda l'esonero dalle tasse scolastiche può essere consentito per merito e per motivi economici. Tali esoneri valgono per tutte le tasse scolastiche. Molti presidi oltre i pagamenti di queste tasse richiedono il famoso contributo scolastico che spacciano il più delle volte per obbligatorio. Non è cosi, infatti nella legge Bersani del 2007 è definito come un “un’erogazione liberale a favore degli istituti scolastici di ogni ordine e grado”. In altre parole è un contributo volontario alla scuola. Lo stesso concetto è stato ribadito prima nella nota 312 del 20 Marzo 2012 dal Ministero dell’Istruzione e poi nella circolare ministeriale numero 593 del 7 Marzo 2013.
È giusto richiedere il contributo scolastico per migliorare i servizi dell’istituto,è sbagliato obbligarne il pagamento.
“I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.”
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