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Zio Paperone: perchè è un mito

28/03/2015

Se un giorno avrete la fortuna di recarvi negli Stati Uniti non dimenticate di inserire il Calisota nel vostro itinerario.
Situato sulla costa ovest del paese, si estende in un territorio compreso tra la California e l’Oregon. La bandiera raffigura un papero dorato su uno sfondo blu, la moneta è il dollaro e le città principali sono Paperopoli e Topolinia.
Paperopoli, Duckville in lingua originale, è la capitale e la città più antica dello stato, fondata da Cornelius Coot nel 1818. Metropoli all’avanguardia, è sede di uno dei più importanti porti mercantili del mondo, e vanta monumenti unici come la bellissima statua del fondatore, situata nella piazza del Municipio, la Ducklair Tower, centro nevralgico del quartiere metropolitano, e il prestigioso club dei miliardari, frequentato dai più importanti imprenditori della città.
Nella parte vecchia della città, visibile solo dall’esterno a meno che non vogliate beccarvi un colpo di spingarda, sulla collina Ammazzamotori, dove sorgeva l’antico Forte Paperopoli, si staglia l’imponente Deposito di Paperon Dè Paperoni, il papero più ricco del mondo, delle cui gesta e ricchezze si narra in ogni parte del pianeta.
Riconoscerlo non vi sarà particolarmente difficile. Papero di media altezza, indossa una palandrana blu comprata già di seconda mano (terza secondo alcune versioni) e ghette alle zampe. In testa porta un cappello a cilindro e, sebbene sia ancora piuttosto arzillo, si serve di un vecchio bastone di legno per camminare (probabilmente è convinto che tale oggetto gli conferisca una certa aria nobiliare).
Avviso importante: non spaventatevi se vi capiterà di essere frastornati da un terribile grido, i Paperopolesi sono abituati. E’ solo il vecchio taccagno che annega in un mare di lacrime dopo che qualche affare gli è andato male.
Ridendo e scherzandoci su (non se la prendano i geografi di tutto il mondo, non è colpa vostra se non trovate il Calisota sulle mappe), Zio Paperone e il suo mondo ci appartengono ormai in un modo tale che sembra quasi imprescindibile il fatto che una Paperopoli esista davvero, da qualche parte. Alcuni si accontentano di creare personaggi, altri creano mondi.
Di Scrooge Mc Duck si narra, per la prima volta, in “Christmas on Bear Mount”, su Four Color Comics 178, nel lontano 1947. La penna e i disegni sono quelli di uno dei più grandi geni della storia dell’ottava arte, un signore dell’Oregon che già da diversi anni lavorava per Mr Walt Disney: Carl Barks.
Peperone è, inizialmente, fortemente ispirato allo Scrooge di Charles Dickens. Scontroso, irascibile, ha rapporti difficili anche con il suo parente più prossimo, Paperino, figlio della sorella Ortensia.
Con il passare del tempo e delle storie l’autore emancipa sempre più il personaggio dai canoni iniziali, trasformandolo in pochi anni in quello che il mondo conosce, quell’adorabile taccagno sempre alla ricerca di nuovi tesori, affari e avventure, simpatico despota con i nipoti Paperino e Paperoga, e soprattutto padrone di una divertentissima filosofia materialista che gli permette di cadere sempre in piedi e, cosa più importante per lui, guadagnarci sempre qualcosa.
Lo Zio Paperone che approda in Italia qualche anno più tardi è già la versione definitiva che l’uomo dei paperi (così è conosciuto Barks nel mondo) ne ha adottato, ed è sempre lui a parlare di Duckburg, negli anni ’50.
Il mito Paperone ruota intorno a due fattori. Il primo è l’essere simbolo e creatore di un intero universo, il papero che comprò Forte Paperopoli dal figlio di Coot e ci fece costruire una città.
Il secondo sta nel fatto che Zio Paperone, al contrario di tutti gli altri personaggi del fumetto mondiale, non è cristallizzato in un mondo dove il tempo non sembra trascorrere anzi, il tempo è parte di sé stesso.
Noi vediamo un vecchio papero ma sappiamo che è stato giovane, lo vediamo fuggire da Brigitta (non disdegnando però i regali che la poveretta gli porta) ma sappiamo che un tempo è stato innamorato, lo vediamo combattere contro Amelia per difendere la Numero 1 e sappiamo come l’ha guadagnata e perché è tanto importante per lui.
Di Paperon Dè Paperoni non abbiamo solo un presente, ma soprattutto un passato, che ne ha fatto ciò che è ora. Proprio di questo passato parleremo la prossima volta.
L’appuntamento è tra due settimane. Nell’attesa potreste rileggervi qualcuna delle migliaia di storie dello zione, italiane o estere, di Barks o di Martina fino ad arrivare a qulle di questa settimana. Oltre che su Topolino le trovate recuperando qualche numero del meraviglioso “Zio Paperone”, storica testata a lui dedicata, o acquistando in edicola “Uack”, che della precedente ha ricevuto l’eredità e festeggia questo mese la tredicesima uscita.
Se siete troppo pigri niente panico, vi auguriamo buona Pasqua lo stesso.


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