A differenza di molte persone, ho sempre trovato la Storia una materia affascinante, perché fatta delle più banali coincidenze.
Iniziando la carriere universitaria ho scoperto che la stessa cosa vale per la Sociologia. Storia dell’uomo e storie della cultura umana altro non sono che una concatenazione di eventi basati sul puro caso e sul paradosso azione – reazione, in cui il modificarsi dell’assetto sociale dava vita a profonde trasformazioni e viceversa.
Pensiamo al Cinema: la macchina dei sogni per eccellenza nata nel 1895 a Parigi dalla mente dei Fratelli Lumiere ha segnato una svolta epocale, che non si può riassumere solo come un passaggio storico.
Il Cinema, e l’Immagine in senso ampio, sono stati il motore attorno il quale sono sorte le Metropoli, il traguardo della vecchia società borghese e il punto di partenza della nuova “società mass-mediale”, che poteva rendere reale, o almeno visibile, ciò nell’arte letteraria poteva essere solo immaginato.
Figura chiave di questa trasformazione è l’uomo: l’uomo sulla luna, l’uomo che costruisce automi, che lotta contro i vampiri, sempre più spinto verso quell’impossibile che sullo schermo diventava vivo.
E’ un nuovo modo di vedere le cose, per Immagini, che oltre al Cinema trova nel Fumetto la sua massima espressione.
La settima e l’ottava arte si muovono insieme su questo binario, ma se il primo tende a collocare l’uomo comune in un mondo che diventa fantastico, nel secondo è il soggetto-uomo stesso a superare questa frontiera.
Mandrake e il meno conosciuto Uomo Mascherato, primi esempi di uomo straordinario perché in possesso di abilità non comuni alla massa, fanno da introduzione alla figura che, nel 1938, segnerà un nuovo punto di svolta nell’immaginario collettivo.
Arrivato dal lontano pianeta Krypton, Kal-El viene cresciuto sulla terra nella tranquilla cittadina di Smallville. Diventato adulto, Clark Kent è in possesso di poteri che lo rendono un uomo fuori dal comune. Timido, impacciato, si trasferisce a Metropolis dove inizia a lavorare come giornalista presso il Daily – Planet, ma ben presto metterà i suoi poteri al servizio della popolazione e del pianeta: nasce Superman.
Se la figura del supereroe si è sempre legata a quella della società che difende, perché di quegli uomini che lo guardano attonito egli è simbolo, per l’Uomo d’Acciaio questo discorso vale se possibile ancora di più.
Erroneamente definito come ispirato alla figura del Superuomo di Nietzche, il personaggio si distacca da questa visione in quanto è piuttosto una rappresentazione del desiderio di invincibilità e di potenza della società del tempo, che tristemente sarà espressa negli anni immediatamente successivi con la Seconda Guerra Mondiale, e allo stesso tempo quella risposta al bisogno di protezione che essa cercava per far fronte al rapido mutare degli equilibri mondiali.
In un mondo in cui il nemico sembra essere sempre un passo avanti a te, Superman è baluardo di un ordine che si fatica sempre più a trovare.
Eppure, potremmo obiettare, Superman è un alieno. Il suo essere invincibile sta nel fatto di non appartenere a questo mondo, nell’essere, in fondo, figlio di quel mondo oltre il possibile che solo con i media audiovisivi si era iniziato ad esplorare.
Giusto, ma anche troppo semplice; Clark è anche una di quei milioni di individui confusi nelle nascenti metropoli, uno di quelli che, diceva Simmell, alla Metropoli è assoggettato, quell’uomo-massa che si sforza di essere integrato nella vita sociale, rinunciando alla sua straordinarietà per apparire comune.
Già, perché in fondo Superman è come noi, la sua superforza, il superudito o la supervista non gli impediscono di provare provare dolore, di innamorarsi e nemmeno di morire, come accade nella meravigliosa opera collettiva pubblicata nel 1992, in cui l’Uomo d’Acciaio combatte contro Doomsday.
Il mostro è come lui, forte, intelligente, veloce, ma cattivo. Ecco, la battaglia tra il desiderio di potere e la paura che questo possa sfuggirci di mano.
Alla fine dello scontro, entrambi muoiono, ma un giorno la sua tomba viene ritrovata vuota. Superman è tornato, oppure è solo un modo per far pensare al mondo che sia così, perché le persone hanno bisogno di credere che dalla folla possa sempre levarsi una figura a difenderli se verranno attaccati.
Figura guida della società, l’Uomo d’Acciaio è stato, e continua ad essere, il racconto di un’umanità che lotta, muore, e risorge.
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