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Black Lagoon: Confine tra bene e male in una cornice criminale

26/01/2015

Revy: Lascia che ti faccia una domanda, che cosa sono questi?
Rock: .. un medaglione e... un teschio umano...
Revy: Sbagliato. Questi sono oggetti, Rock... Quando li privi dei loro significati, quelli che ti rimangono in mano non sono che oggetti... Oggetti e nient'altro... E se volessi dar loro un nuovo valore, non è di certo un vecchio ricordo. È quella cosa su cui miliardi di persone si trovano sempre d'accordo... Soldi... questo è il valore che hanno. Tutto il resto sono solo merdosi sentimentialismi...
Rock: Allora il denaro è... Dio?
Revy: È potere... Una cosa molto più utile di Dio.


Revy: Rock, la cosa che odio di più a questo mondo è l'ipocrisia. Questa fa più schifo di qualsiasi malvagità, un veleno che fa male non solo al tuo avversario, ma anche a te stesso. Un barile di merda spruzzato di litri di chanel. Ha un dolce profumo di rose, ma in sostanza non è altro che merda. Niente di più e niente di meno...


Titolo: Black Lagoon
Anno: 1° TV 2006 (in italia 2008)
Target: Seinen (dai 18 anni in su)
Genere: Azione, avventura, gangster, drammatico
Regia: Sunao Katabuchi


Serie animata basata sull’omonimo manga di Rei Hiroe, tratta di una banda di mercenari chiamata “Lagoon Company”. Tra i loro scambi di merce entrano in contatto con un dipendente, di nome Rokuro Okajima, di una azienda giapponese, utilizzato dai loro capi per i loro loschi affari. Il giovane, resosi conto che la sua vita non valeva assolutamente nulla per i suoi superiori, decide di entrare a far parte della banda lasciandosi alle spalle la sua vita monotona e sottomessa ai potenti. Lo aspettano delle avventure di cui ignora l’entità del rischio.
Ci troviamo infatti inizialmente in un Giappone tranquillo e cordiale esemplificato dalla città di Tokyo. Dalla seconda puntata c’è un clima totalmente differente: siamo in Thailandia in una città fittizia di nome Roanapur, dove vivono i mercenari. Questo stacco netto tra le due città lascia trasparire una critica al sistema lavorativo giapponese nel quale un dipendente deve essere messo sempre al di sotto dei suoi capi, assecondare i loro lavori nonché i loro desideri e, quindi, “essere preso a calci nel sedere” dagli stessi.
Roanapur al contrario rappresenta il luogo del peccato in cui c’è tutto ciò che contribuisce a rendere marcia una società: prosituzione, droga, criminalità organizzata, continue sparatorie, rapine, violenza gratuita e chi più ne ha più ne metta.

Facciamo la conoscenza dei personaggi principali dei quali scorgiamo fin dall’inizio il loro operato criminale. I membri della Lagoon Company viaggiano a bordo della Black Lagoon, una barca iperattrezzata e tecnologica.
Revy, il cui vero nome è Rebecca, è una pistolera molto capace e letale, e dal passato oscuro e triste. Soprannominata “Two Hands” per la sua abilità nel maneggiare le sue due 9 mm. Estremamente violenta, perde subito le staffe ad una qualsiasi tipo di provocazione, anche dove non c’è. Molto attaccata al denaro, non si fa scrupoli all’idea di uccidere qualcuno, subito pronta ad agitare le sue pistole al minimo fastidio e a tratti cade in una specie di piacere omicida nell’ammazzare i suoi oppositori.
Dutch è il leader della Lagoon Company, colui che tiene i contatti soprattutto con la mafia russa per cui lavorano spesso. Abile e letale assassino ha un autocontrollo decisamente migliore di Revy, inoltre dimostra di tenere molto ai suoi compagni.
Benny è l’esperto di computer e cura l’apparato tecnologico della Black Lagoon, inoltre è contro la violenza come Rokuro.
Balalaika è il capo della mafia russa a Roanapur. Donna estremamente letale e che gode di profondo rispetto tra i suoi generali che la servono fedelmente. A suo modo comprensiva ma soprattutto severa con i suoi compagni che tratta con i massimi riguardi. Il suo volto sfregiato da una guerra e il suo sguardo di ghiaccio fanno di questa donna un temibile personaggio.
Roberta è all’apparenza una tata ma in realtà una macchina da guerra spietata e senza scrupoli contro i suoi avversari. Conosciuta come “Il Mastino di Florencia” perché una volta agganciata una preda non la lascia fino alla sua eliminazione. Con dei commenti dei mercenari viene collegata al personaggio di “Terminator” per i suoi movimenti meccanici e la sua forza spropositata, quasi sovrumana, degna di un allenamento nelle forze speciali militari. E’ tuttavia mansueta e docile nei confronti del figlioletto del suo padrone la cui storia la lascio scoprire a voi. Un personaggio sicuramente singolare, di cui apprezzo tantissimo la caratterizzazione, il quale grazie al suo essere sui generis gli è stata dedicata una serie spin-off chiamata “Roberta’s Blood Trail”.
Revy, Balalaika e Roberta costituiscono il trio di donne più spietate, letali e temibili di tutta la serie alle quali essa dedica uno spazio centrale all’interno delle vicende.
Eda è una suora abbastanza lontana dalla comune idea che abbiamo del ruolo che ricopre. Essa fa parte della “Chiesa della violenza” il quale nome dovrebbe farvi capire di cosa si tratta. Ovviamente con lei e la madre superiore la Chiesa viene presa di mira come istituzione, estremizzando l’invettiva con la presenza di giri criminosi di traffico di droga e d’armi, e con riscritture del Vangelo abbastanza fantasiose.
Tra gli altri personaggi troviamo anche Mister Chang che è un capo della mafia cinese, alleato con la mafia russa e i mercenari, e gli antagonisti. Tra questi menziono solamente il duo di quelli che si fanno chiamare Hansel e Gretel (chiaro riferimento alla fiaba dei fratelli Grimm) che si rivelano essere due bambini con una forte follia omicida ma di cui non dico altro perché sono personaggi che vanno scoperti solo guardandoli per capirne a fondo la tetra e profondamente triste presenza a causa di un passato tragico.

Infine per ultimo il protagonista “Rock” (Rokuro) come viene soprannominato dai suoi compagni, è il nuovo arrivato della banda. Contro ogni forma di violenza aiuta i compagni nelle comunicazioni con ogni tipo di cliente, sia per la conoscenza di lingue straniere sia per ogni tipo di negoziazione.
L’avvento di Rock cambia il modo di agire della Lagoon Company rendendoli un tantino più umani e ragionevoli, specialmente quello di Revy.
Rock funge da intermediario tra il bene e il male. Il male perché tutto sommato fa parte di una banda criminale che non si fa scrupoli ad uccidere delle persone e a condurre affari loschi. Ma tutto sommato è un personaggio che fa scorgere la bontà umana del gruppo.
La sua scelta di lasciare il lavoro per diventare complice dei mercenari, sta a significare che tutto sommato il crimine può albergare, in altre forme, o proprio della stessa tipologia sulla linea dei clienti della Lagoon Company, anche in una vita onesta come quella del lavoro statale.
Allo stesso modo marca un confine, che può sembrare labile ma che non lo è affatto, all’interno delle organizzazioni criminali. Ciò che Rock cambia dei mercenari è il loro lato umano. Dopo il suo avvento Dutch ci penserà più di una volta se dovrà condurre degli affari ingiusti nei confronti di innocenti o di indifesi, orientando spesso le sue decisioni che andranno contro i veri cattivi. Questo segnerà profondamente una zona seppur piccola di rigore morale ed etico dei membri della Lagoon Company.

Questo anime a mio parere ci fa capire, attraverso la visione tra le più disparate forme di negatività, i veri caratteri fondanti di un comportamento realmente etico e morale. Un comportamento che abbia profondo rispetto per la vita, privo di qualsiasi forma di ipocrisia e colmo di lealtà nei confronti delle persone che ci stanno attorno per avverare ciò che nell’anime non si vede quasi mai: una pacifica convivenza umana.

Antonio Carmando - ExtraTime - - Vai alla Home

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