Di quante cose avremmo potuto parlare oggi…
Di un meraviglioso “Topolino 3083”, ad esempio, tutto natalizio che ci ha regalato una perla indimenticabile come “Topolino e l’albero di Holly”, oppure della nuova edizione invernale del Cavacon, fiera che si svolge semestralmente a Cava Dè Tirreni e che ci ha regalato la gioia di conoscere una persona splendida come Mino Caprio, o ancora di “Big Hero 6”, il nuovo classico Disney nato da una contaminazione con la Marvel.
Ne avremmo potuto parlare, ci saremmo divertiti un mondo, ma c’è qualcosa di cui, oggi, DOBBIAMO parlare.
Se girando su facebook cliccate sulla pagina ufficiale di “Jenus” di Don Alemanno, una delle più belle creazioni satiriche del fumetto di sempre, troverete una vignetta molto particolare.
Sotto la Tour Eiffel, in una Parigi coperta di nuvole cariche di pioggia, sfila un corteo di bare.
L’ultima è portata in spalla da Jenus e Maometto. Il primo si rivolge al secondo chiedendo “Ma cosa abbiamo sbagliato?” e l’altro risponde “Specie, fratello”.
Mercoledì mattina un attentato alla sede della rivista satirica parigina “Charlie Hebdo” ha privato della vita 12 persone. “Merito” di gente che vede la libertà (sacra) degli uomini di poter scrivere e disegnare quello che pensano come un crimine.
Quello che è successo non è qualcosa che ha colpito solo il mondo della stampa, o dell’editoria più in generale; queste sono cose che fanno male, male ad un’intera cultura che nella democrazia, e nei suoi principi, si rispecchia.
Continuo a pensare che, malgrado tutto, nel mio paese, e in Europa, di questo credo dobbiamo essere il faro.
Nonostante le continue urla che incitano alla violenza, alla morte, quando parliamo di pace parliamo della cosa giusta.
Quella matita, che oggi milioni di persone in tutta Europa impugnano, dimostra che noi siamo migliori di questo, migliori di una parte di mondo in cui l’odio e la morte sono ragioni di vita, migliori di un’altra parte che si è arricchita sulle nostre spalle e nella guerra continua a vedere barbare ragioni di arricchimento.
Anche qui, tanto tempo fa, i giornalisti, gli scrittori, i fumettisti non erano liberi di pubblicare quello che volevano. La nostra forza sta nell’essere figli e nipoti di quelle persone per sapere cosa è giusto e cosa no; non ci servono idioti d’oltreoceano che si sentono in obbligo di fare la solita sciatta morale.
A chi dubita, a chi pensa che non c’è castigo giusto per questi individui se non quello di reagire come loro, da questo piccolo, piccolissimo spazio che una volta a settimana vi parla di fumetti permettetemi (da laico convinto) di dire che quelle matite sono l’arma più potente.
Jenus e Maometto che portano insieme la bara sono la dimostrazione di quello che l’Europa è, dovrebbe essere, oggi: un posto in cui le persone parlano di pace perché hanno visto quanto orribile sia la guerra e la dittatura.
Un posto, insomma, in cui abbiamo capito.
Come aveva capito il grande Pino Daniele, maestro, poeta della mia terra, quando nella bellissima “Resta cù mme” cantava “Ci vuol coraggio…a chiamarlo amore”.
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