Il 18 Novembre Alan Moore, autore che ha rivoluzionato nell’arco degli ultimi 30 anni il mondo del fumetto, ha compiuto 61 anni. Piccola curiosità: lo stesso giorno di Topolino che, pensate, pur avendo 25 anni in più è decisamente più magro!
Don Murphy, produttore televisivo e cinematografico, ha pensato di fare un bel regalo al grande artista inglese annunciando che intende realizzare una serie tv basata su quella che è a mio parere la sua opera più suggestiva: “From Hell”.
La saga, divisa in 16 capitoli, racconta dei terribili omicidi avvenuti nel quartiere londinese di Whitechapel nel 1888, ponendo nuove domande e fornendo una nuova versione sulla possibile identità del killer conosciuto con l’appellativo di “Jack lo squartatore” (il titolo cita la famosa lettera recapitata a Scotland Yard).
Come “V per Vendetta” e “Watchmen”, anche “From Hell” è già stato portato sullo schermo. Era il 2001, i registi erano i Fratelli Hughes, i protagonisti Johnny Depp, Hether Graham e Ian Holm.
La reazione dell’autore? La stessa riservata agli altri due film: critica feroce, al punto di dissociarsi completamente dal progetto.
Ora, mi chiedo cosa sia passato per la testa del maestro di Newhampton quando si è trovato di fronte alla notizia che qualcuno vuole riprovarci con la storia di Jack, ed è addirittura lo stesso produttore di “La vera storia di Jack lo squartatore” (titolo italiano).
Personalmente non sono mai stato uno di quelli che storce il naso a priori davanti alle cose, e confesso che il film mi era anche piaciuto, pur riscritto completamente nella trama e nella caratterizzazione dei personaggi.
Per capire meglio di cosa stiamo parlando, scopriamo (o riscopriamo) il fumetto.
1887. Walter Sickert è un pittore londinese molto apprezzato ma squattrinato, che frequenta allo stesso modo ambienti nobiliari e popolari.
Un giorno di fine estate Sickert presenta il Principe Alberto, erede al trono, alla commessa Annie Crook, spacciandolo per suo fratello. I due si innamorano e danno alla luce un figlio.
Quando la regina Vittoria viene a conoscenza del fatto, da ordine di separare Alberto dall’amata con la forza e di rinchiudere la donna in manicomio, ma della storie e dell’esistenza bambino sono a conoscenza anche alcune amiche di Annie, un gruppo di prostitute di Whitechapel.
Pubblicata tra il 1991 e il 1996, la graphic-novel sposa dunque la tesi secondo cui i delitti dello Squartatore fossero opera di una cospirazione ordita dalla Corona inglese (dichiarata poco attendibile dallo stesso Alan Moore).
La figura del killer che viene fuori è quella di un uomo reso folle dalla banalità dell’esistenza, la stessa che in fondo accomuna tutti i personaggi, un individuo comune accecato da un desiderio di grandezza che si esprime attraverso il sacrificio umano.
Se il film inizia col primo delitto, nel fumetto gli omicidi, pur magnificamente illustrati, iniziano a metà della saga. E’ ciò che avviene prima che Moore racconta con maggiore enfasi.
I Fratelli Hughes avevano un minutaggio ridotto rispetto a quello che avrà la serie tv, quindi la possibilità di di assistere agli eventi che hanno portato alla nascita di Jack lo squartatore non mancherà, fermo restando che mettere in scena il carico drammatico dell’opera rimane la sfida più difficile.
Eddie Campbell, disegnatore, una un tratto leggero, in bianco nero, e si affida in molte tavole addirittura solo a degli schizzi, dando l’idea della profonda perversione che anima l’intera storia. Anche qui il sangue passa in secondo piano.
Insomma, di lavoro ce n’è, e se Fx e Murphy avranno successo lo scopriremo davanti alla tv.
Cosa farà Alan Moore? Storcerà il naso oppure no?
Nell’attesa, sperando che non gli abbiano regalato uno di quegli orribili maglioni di lana all’inglese, non ci resta che augurargli buon compleanno!
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