Si è conclusa poche settimane fa la storia a fumetti “Lo strano caso del dottor Ratkyill e Mr Hyde”, che abbiamo potuto leggere, e chi non ha avuto il piacere di farlo può recuperare, sulle pagine del Topolino.
La storia nasce come omaggio all celebre romanzo di Stevenson “Lo strano caso del Dottor Jekyill e del signor Hyde”, cardine del genere gotico, nato alla fine del ‘700 in Inghilterra (e che in campo cinematografico ha avuto il suo momento di massimo splendore grazie a registi come Mario Bava e Antonio Margheriti negli anni’50 e ’60 del secolo scorso) e vede come autori Bruno Enna (testi) e Fabio Celoni (disegni).
Se la Disney, contrariamente a quello che molti “disinformati” potrebbero pensare, non è affatto nuova a questi exploit horror, gli stessi autori si erano già cimentati nel genere appena due anni fa con “Dracula di Bram Topker”, che ripercorreva le gesta del famossissimo vampiro in una rilettura vivace e convincente.
Come per Dracula, anche per Jekyill e Hyde Enna e Celoni seguono lo stesso schema: recuperano del romanzo atmosfere e struttura, il resto lo fanno loro.
Le matite e le chine di Celoni restituiscono allo spettatore (termine che trovo molto più appropriato di lettore quando si parla di fumetti) una Londra buia, nebbiosa, tipicamente gotica, mentre i personaggi non appaiono mai rivisitazioni degli originali, ma loro stessi protagonisti della storia.
Ma il loro merito sta soprattutto nell’aver colto quello che è il “marchio”dell’opera, ciò che l’ha resa davvero immortale.
Se per il vampiro di Stoker era la forma epistolare della storia, raccontata tutta attraverso lettere e diari, che abbiamo rivisto solo nella versione cinematografica di F.F.Coppola, per quanto riguarda Jekyll e Hyde è qualcosa che troveremo qui e in nessuna trasposizione né cinematografica né di altro genere: la divisione in capitoli.
Pur non mancando le battute esilaranti che ci faranno ridere di gusto, questi due ingredienti daranno all’opera quel senso di inquietudine che penetrerà lo spettatore senza mai lasciarlo, e se Dracula, in alcuni momenti,sembrava porsi un punto da non superare, ovviando alla morte di Lucy-Clarabella con la pietrificazione e al sangue bevuto dai vampiri col succo di barbabietola, il Dottor Ratkyill non solo non lo fa, ma si spinge addirittura più in la del romanzo stesso, sostituendo al conflitto bene/male quello della diversità di specie/razza.
E se, dopo 150 anni, guardandoci intorno ci rendiamo conto di non avere ancora idea di come fermare il mister Hyde che è in noi, capire quale sia tale confine in chi è diverso da noi ci spaventa ancora di più, e il finale, col suicidio di Donald Hyde /Paperino resosi conto dell’impossibilità di essere compreso dagli altri, davanti ad uno splendido Hutterson-Pippo, lascia allo spettatore lo stesso senso di tremendo, angosciante irrisolto.
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