La campanella della scuola media Kunugigaoka suona al levarsi di un nuovo giorno. Gli studenti della classe 3-E si accomodano tra i banchi tra lo stridere delle sedie, l’aula viene sommersa per alcuni secondi dal rumore delle zip che aprono gli zaini, poi il leggero battere dei libri sul legno lascia il posto alle risate e alle chiacchiere dei ragazzi. All’ingresso dell’insegnante ci si alza tutti in piedi e si saluta, poi ci si risiede e viene fatto l’appello. A quel punto le formalità sono finite e gli studenti possono finalmente riprendere a svolgere il proprio dovere come ogni mattina…tentare di uccidere il professore.
“Queste nuove generazioni, sempre esagerate”, penserete in molti, memori dei vostri tempi in cui certo la professoressa severa di commenti alle spalle mirati sul probabile scarso appagamento sessuale che evidentemente si rifletteva nel lavoro se li beccava tutti ma via, chi avrebbe davvero attentato alla vita di quello strano e incomprensibile essere che il caso vi aveva messo di fronte e sembrava leggervi nel pensiero ogni volta che non avevate studiato per chiamarvi all’interrogazione. Certo, è pur vero che i prof di una volta se proprio ti andava male a fine anno ti bocciavano, non facevano saltare in aria il pianeta, non avevano i tentacoli e soprattutto erano brutti, mica gialli.
Koro – sensei (la parola “sensei” in giapponese indica una forma di rispetto verso una persona nata prima del proprio interlocutore, nel caso specifico il corrispondente di “maestro” e “professore”) non fa davvero nulla per rendersi simpatico al prossimo. Il primo giorno di scuola, subito dopo essersi presentato, rende edotta la già alquanto stupita scolaresca delle bellicose intenzioni messe in agenda. Dopo aver polverizzato mezza luna annuncia che la Terra (e stavolta nemmeno mezza) farà la stessa fine al suono dell’ultima campanella dell’anno scolastico. Per dare tempo agli organi militari di studiare una strategia adeguata a neutralizzare la minaccia quelli di Governo hanno deciso di sottostare fino al limite del possibile a tutto quanto richiesto dal bizzarro essere, che d’altronde ha rivelato avere un solo vezzo: essere nominato insegnante alle scuole medie alla faccia dei poveracci che hanno fatto il concorso e aspettano la graduatoria. In poche parole tocca agli iscritti della 3 – E tenerselo buono nella speranza che si riesca a trovare il modo per farlo fuori; cosa non semplice visto le straordinarie capacità di Koro – sensei che riesce a muoversi a velocità impossibili per i comuni esseri umani e anche se colpito appare praticamente invulnerabile grazie ad una conformazione fisica su cui le pallottole rimbalzano.
Ora, si sa, i ragazzi sono per natura curiosi e dotati di enorme fantasia, hanno la giusta dose di spregiudicatezza e l’arte di ingegnarsi. Soprattutto possiedono la tenacia nel perseguire gli obiettivi prefissi e la convinzione di farcela che solo chi non si è ancora scontrato con le delusioni degli adulti riesce a conservare. Così, pian piano, tra i banchi inizia a nascere l’idea che forse non c’è bisogno di aspettare i grandi per levarsi d’impaccio; l’eroe che salverà il mondo potrebbe essere in mezzo a loro, ciascuno di loro. Divertito dall’idea di mettersi in gioco, ma soprattutto affascinato da quello spaccato di vita irripetibile fatto di sogni, amicizia e primi amori, il maestro incoraggia l’iniziativa: i ragazzi hanno la libertà di organizzare ogni sera, dopo i compiti, un’iniziativa singola o di gruppo allo scopo di eliminarlo da mettere in pratica la mattina durante le ore di lezione.
Col passare del tempo, però, l’atmosfera inizia a mutare. In fondo, sbrigata la pratica quotidiana contro armi bianche o da fuoco, trappole e diavolerie di ogni specie messe a punto dalle giovani menti, c’è molto di più con cui confrontarsi; le insicurezze di Nagisa Shiota, alle prese con la difficoltà nell’instaurare relazioni umane perché bloccato dalla timidezza e dalla paura di apparire sgradevole agli altri a causa della piccola statura e della gracile costituzione fisica, il carattere ribelle di Karma Akabane che nasconde dietro un muro di apparente indifferenza verso i problemi altrui un carattere ben diverso, la disperata voglia di Tomohito Fugino di diventare un grande giocatore di baseball ma per il momento si accontenterebbe almeno di essere preso nella squadra della scuola e tanti altri alle prese con piccoli, grandi dilemmi quotidiani, come non riuscire a confessare i propri sentimenti alla ragazzina verso cui si finge di provare antipatia o la paura di accettare il fatto di non essere quelli che gli altri si aspettano per non deluderli. A fronte di un mondo, quello degli adulti, che appare ancora più affaccendato, e lontano, del solito a causa dello stato d’emergenza, sarà nella figura professore che i ragazzi troveranno la più insospettabile ancora a cui aggrapparsi. Ma è possibile che quell’eccentrico maestro che insegna divertendosi e divertendo, sempre pronto a prendersi poco sul serio comunicando più di tanti altri il valore della cultura e del rispetto, sia davvero cattivo?
Terminata da pochi mesi la distribuzione dei 21 volumi in Italia “Assassination Classroom”, ultima opera in ordina temporale di Y?sei Matsui, che come gli altri successi nipponici ha già dato alla luce il suo alter ego animato, è un bellissimo racconto di formazione, che mischia sapientemente i toni della commedia con quelli della fantascienza e dell’action, romantici e nostalgici. Si ride e ci si commuove genuinamente e i personaggi appaiono deliziosamente spontanei. Un fumetto con cui farete amicizia fin dalle prime pagine, facile da reperire, col sapore dolce di quel lasso di tempo che rappresenta la parte più vera, poetica, della nostra vita.
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