Una folla gremita di persone ha preso parte stamattina all’inaugurazione del reparto di radioterapia pediatrica presso l’Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno. Si tratta del sesto punto pubblico di alta specialità in Italia, ma il primo sotto Roma. Salerno diventa dunque il riferimento non solo per i piccoli ammalati della Campania ma per tutto il Sud Italia, dove i dati sono allarmanti.
«In Italia si registrano annualmente circa 1500 nuove diagnosi di tumore in età pediatrica – ha esordito Nicola Cantone, commissario straordinario dell’azienda ospedaliera salernitana - e circa 200 sono diagnosticati nella regione Campania di cui 120 vengono indirizzati all’ A.O. Santobono- Pausilipon, 35 alla SUN di Napoli e 45 presso centri extraregionali. Ci auguriamo che l’inaugurazione di questa mattina serva quanto meno a lenire la sofferenza non solo dei piccoli pazienti ma anche delle famiglie alle quali offriamo la possibilità di cure a chilometro zero. In cantiere abbiamo già altri due progetti».
La parola passa al Sindaco di Salerno Vincenzo Napoli. «Duemila bambini e 800 adolescenti che ogni anno si ammalano di patologie oncologiche nel nostro paese. Sono numeri spaventosi. Per tutti loro e per le loro famiglie si diffonde un senso di solitudine, abbandono, disperazione, specie se non c’è un supporto tecnico e psicologico. Immaginare invece di potergli “regalare” un reparto di eccellenza che consenta di evitare i cosiddetti “viaggi della speranza” credo abbia un forte valore terapeutico. Il Comune è riuscito a dare ad Open anche un corrispettivo nei limiti del minimo, ma è poco, è simbolicamente l’accettazione di una responsabilità che noi interamente condividiamo con quanti si pongono in questo segmento di vita particolarmente complicato. La città tutta ha in ogni caso dimostrato grande compartecipazione e compassione nell’accezione più nobile del termine, manifestando un’empatia che rende possibile l’umanizzazione delle cure».
E il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Salerno Aurelio Tommasetti aggiunge. «La presenza dell’Università all’interno di questa azienda è il quid pluris che consentirà di fare la differenza sia assistenziale che didattica. Ne siamo convinti. Rispetto agli esordi, oggi i nostri studenti di medicina, nella competizione per le scuole di specializzazione sono risultati quarti in Italia. Questo a testimonianza degli immensi sforzi fatti e dei tanti che faremo ancora. Abbiamo bisogno però del sostegno di una buona politica. Vero è che giornate come questa ci ripagano anche di qualche amarezza».
È il momento dell Presidente di Open Anna Maria Alfani. «Ci tengo a dire che Open, come tutte le altre associazioni con le quali cooperiamo, sono formate da genitori e non c’è nessun merito nel fare quello che facciamo perché questi sono impegni che ognuno di noi ha deciso di prendere in momenti anche molto particolari della nostra vita, con i nostri figli, quelli che se ne sono andati, quelli che sono in trincea e tutti i giorni combattono battaglie durissime. Alleviare anche solo di poco la loro sofferenza per noi è un obbligo, un dovere civile. Poi ci sono anche persone come Rita Salci e Lorella Cuccarini che, pur non avendo vissuto queste disgrazie, hanno comunque dimostrato una forte sensibilità, e attenzione verso queste problematiche. Quello di oggi, dopo otto anni, è solo un piccolo passo, l’inizio di quello che noi genitori siamo intenzionati a fare in Campania. A questo proposito faccio un appello, chiedo un impegno pubblico. Vorremmo in Campania un centro unico di eccellenza per la cura dell’oncologia pediatrica. Professionalmente non abbiamo nulla da invidiare a tutti i centri del nord, ci mancano le strutture».
Parole cariche di emozione che hanno ceduto il passo a quelle del Presidente di Trenta Ore Per La Vita Onlus Rita Salci. «Annamaria Alfani ci ha convinto due anni fa. All’epoca il progetto si chiamava “Il Sole Buono” e l’idea ci colpì immediatamente. C’era tanto dolore dietro quel messaggio così positivo, ma abbiamo creduto nel progetto che prevedeva che questi bambini non si spostassero per le cure. Siamo stati i primi a crederci, ed essere qui stamattina per noi è motivo di grande soddisfazione. Tra l’altro questa radioterapia a Salerno ha un valore aggiunto. Non è solo un nuovo reparto, ma è un punto di riferimento per tutto il Mezzogiorno d’Iitalia. Siamo emozionati anche noi. In ogni caso credo fermamente che la cooperazione tra società civile, istituzioni ed associazioni sia fondamentale. E Salerno oggi ha dato un grande insegnamento in questo senso».
Si aggiunge al tavolo dei relatori il primario di radioterapia, il dottor Davide Di Gennaro. «Sin dal primo momento, quando ci siamo incontrati è scattata un’empatia particolare che ha fatto sì che il nostro progetto andasse avanti. Tutto nasce dall’incontro del Professore di pediatria, Vairo, della nostra università. Ci siamo ispirati al Phiadelphia Hospital, un progetto megagalattico portato avanti negli ultimi anni con un badget di 100 milioni di dollari. Il nostro è assolutamente molto inferiore ma ci auguriamo in ogni caso di non deludere l’utenza che afferirà purtroppo ed inevitabilmente».
E poi la parola va alla madrina, Lorella Cuccarini, da 22 anni socio fondatore di Trenta Ore per La Vita. «Salerno oggi è un esempio di buona sanità. Nel sud c’è bisogno di strutture e questo è uno dei motivi per cui siamo particolarmente affezionati a questo progetto. Io prendo sempre troppo merito di quello che portiamo avanti, sono solo un piccolo tassello di un puzzle fatto di tante persone straordinarie. In testa cito la Rai che ci dà ogni anno una grande disponibilità per raccontare tutto quello che stiamo realizzando e tutte le persone che si spendono nelle tante manifestazioni ed eventi che organizziamo per supportare le nostre iniziative. Noi ci siamo. Speriamo in tante altre giornate come questa».
A chiudere l’incontro l’intervento di Enrico Coscioni, delegato per la sanità della Regione Campania. «Questa mattina è trapelata un’emozione incredibile, quella che ci ha trasmesso Annamaria Alfani. Le porte nei suoi confronti saranno sempre aperte. L’assistenza dovrebbe avere sempre questa dote di umanizzazione. Un plauso va sicuramente all’opera meritoria di Open e Trenta Ore per La Vita: vi siamo grati. Sono certo, tornando all’appello fatto prima dal Presidente Alfani che il governatore De Luca sarà disposto ad ogni battaglia. L’impegno politico, in questo caso diventa dovere, per il sociale, il territorio».
Successivamente si è proceduto al taglio del nastro. La radioterapia pediatrica di Salerno si completa con una zona completamente riservata alla pediatria. Bambini e adolescenti ammalati di cancro avranno un percorso completamente separato da quello degli adulti. Due stanze di degenza, una sala giochi, una sala d’attesa per i genitori e servizi igienici praticati esclusivamente dai bambini. Un tassello fondamentale quest’ultimo se si pensa che i piccoli malati di cancro sono immunodepressi e quindi facili alle infezioni. La cosa principale è preservarli da tutto quello che può causare ulteriori problemi oltre quelli che già hanno.
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