Uno straordinario talento naturale, un’artista completa, una delle più grandi ballerine del secolo scorso. Indimenticabile étoile del Bolschoi, Ekaterina Maximova, fu stella luminosa e sbarazzina, che neppure la fitta coltre dell’oscurantismo sovietico degli anni più opachi riuscì ad offuscare. Rimane ancora oggi tra le più popolari e amate danzatrici russe del 900, la cui biografia è indissolubilmente legata a quella del coreografo Vladimir Vasiliev che sposò giovanissima. La celebrità della coppia fu tale che, negli anni Sessanta e Settanta, venne contrapposta, dalla propaganda sovietica, ai ''traditori'' Nureyev e Barishnikov, che avevano lasciato l'ex URSS. Calcarono i palcoscenici più prestigiosi di tutto il mondo, e nel loro lungo girovagare, nonostante i tempi fossero molto difficili per la libertà degli artisti in Unione Sovietica, approdarono in Italia, anche come special guest al Teatro San Carlo di Napoli. Primi ballerini di Anyuta, un balletto creato per lei dal marito su un racconto di ?echov, incontrarono Pina Testa e Stefano Angelini, già prima ballerina e solista del corpo di ballo. Condivisero diverse volte la stessa scena, strinsero anche una bellissima amicizia e oggi come allora, il ricordo è ancora nitido e indelebile per entrambi. Da qui l’idea di rievocare il mito di una donna che dedicò la sua vita all’arte della danza ed istituire un premio alla sua memoria: The Best Of Dance – Premio Ekaterina Maximova. Appuntamento il prossimo 10 luglio all’Arena del Mare. Il Gala, sotto la direzione artistica del duo Testa – Angelini, che vedrà la partecipazione delle punte di diamante della danza italiana, rientra nella settimana di spettacoli per la Gara di motonautica Montecarlo – Venezia.
Ancora top secret i nomi dei protagonisti che calcheranno la scena salernitana, invitati a prender parte alla prima edizione dell’evento, un appuntamento prestigioso che premierà gli artisti più meritevoli. Nelle loro mani un riconoscimento che porterà il nome della Maximova, “timbro” dell’eccellenza coreutica. In prima fila siederà Vladimir Vassiliev, danzatore, coreografo e compagno della danzatrice.
«Abbiamo incontrato il maestro Vasiliev il mese scorso – raccontano i direttori artistici – lo abbiamo raggiunto all’Istituto di Cultura e Lingua Russa di Roma. Si è ricordato subito di noi e ha accolto con grande entusiasmo la nostra proposta. Su Nureyev è stato detto tanto, tutto, su di lei niente. Solo di recente, in occasione del settantacinquesimo anniversario dalla sua nascita, Roma aveva celebrato la Maximova con una mostra ma mai con un premio. E noi, che abbiamo avuto l’onore di condividere con lei la scena, e di apprezzarne doti e tecnica, ma soprattutto il privilegio di condividere anche pochi sprazzi di vita privata, abbiamo sentito quasi il dovere di ricordarla con un premio che ci auguriamo negli anni possa diventare prestigioso come lo è stata la sua carriera artistica».
Difficile ricostruire la sua biografia, il cui filo rosso è l’antica disciplina della danza classica. Ha interpretato i ruoli più importanti del repertorio, come Frigia in Spartaco, Kitri in Don Quixote, Clara nello Schiaccianoci e Giselle, i cui echi arrivarono fino in Occidente. Il palcoscenico è stato la sua ragione di vita, da lì ha ammaliato platee di tutto il mondo per grazia, bravura, tecnica e carisma, nonostante fosse particolarmente minuta. Passò alla storia come “Madame Nuit”, ovvero madame no, perché lei, convinta dell’idea che fosse più importante ballare per il vasto pubblico piuttosto che per i teatri autorevoli, era solita rifiutare date e tournee. Con Vasiliev, coppia simbolo dell’espressione della danza gioiosa e apparentemente libera da ogni schema, raggiunse il successo a Mosca, Parigi e New York: insieme ottennero l’onorificenza di Artista del Popolo dell’URSS
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