Prima del calcio d’inizio di Napoli-Salernitana abbiamo avuto il piacere di intervistare Ciro Ferrara, ex di entrambe le squadre campane. Il match, in programma allo stadio “Maradona”, è valido per la 32ª giornata del campionato di serie A 2022-2023.
L’altro Ciro Ferrara, quello granata
Con alle porte una gara che mette in palio tre punti pesanti sia per lo scudetto quanto per la salvezza, abbiamo intervistato Ciro Ferrara, lui che nel settore giovanile del Napoli c’è cresciuto.
Tra omonimia e una storia all’Arechi
Un’omonimia che ha generato negli anni certamente della simpatia, ma la carriera di Ciro Ferrara e non ha seguito le orme dell’altro Ciro, quello che ha vestito maglia e fascia da capitano del Napoli, quella a strisce bianconere della Juve, e la casacca azzurra della Nazionale. Eppure non si può dire certamente che abbia avuto una carriera banale con due storie alla Salernitana (296 presenze in tutto) e un passato importante anche al Palermo.
Sabato potrebbe registrarsi il record stagionale del “Maradona”. Cosa ti aspetti da questa gara?
«Penso che Napoli–Salernitana sia una partita da seguire, sotto il punto di vista dello spettacolo. Dopo la vittoria di Torino gli Azzurri saranno mentalmente liberi grazie ad un vantaggio importante in classifica. Dall’altra parte i Granata hanno dimostrato di meritare la Serie A nelle ultime partite. La quadra sembra aver trovato la giusta strada per poter sopravvivere in questa categoria, quindi, anche loro avranno modo di poter dare spettacolo perché, non hanno l’impellenza di fare risultato a tutti a costi. Ne verrà fuori sicuramente una partita-spettacolo».
Non ci saranno i tifosi del Cavalluccio. Quando l’ospite non c’è non è da considerarsi una sconfitta del sistema a prescindere?
«Lo spettacolo che ci si aspetta dal calcio non è totale, perché purtroppo, c’è ancora tanta violenza negli stadi e c’è ancora tanta ignoranza che ti porta anche ad essere ‘razzista’ nei confronti dell’avversario. Questa è una cosa da debellare a tutti i costi, perché la cosa più bella è quando uno può portare allo stadio la propria famiglia, i propri figli in tranquillità e in serenità, godendosi lo spettacolo perché il calcio alla fine non è altro che un grande spettacolo».
Sabato c’erano due Under-21 in campo all’Arechi nel terzetto di Sousa: Lovato e Pirola.
«Abbiamo tanti giovani bravi in Italia, tanti talenti che a volte non possono esprimersi perché sono chiusi magari da pseudo talenti scovati chissà in quale angolo del mondo, che magari per questioni economiche vengono preferiti ai nostri e questo è un male per il calcio italiano. Chi segue il calcio giovanile sa che veramente ci sono giocatori che sono molto superiori a quelli che, magari andiamo andiamo a cercare in giro per il mondo e magari pagandole anche bei soldi. Io penso che dovremmo riscoprire i giovani italiani, anche perché ne beneficerà sicuramente poi la nazionale italiana».
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