Primo lavoro da solista per Dario Ciffo dopo anni trascorsi tra Afterhours e Lombroso.
Quattro brani in cui Dario, per la prima volta, si discosta dal suo abituale suono rock cimentandosi in una realizzazione di impianto elettronico, batterie comprese, componendo e creando direttamente in studio.  Le melodie vocali rispecchiano il caratteristico gusto pop di Dario che in questi quattro brani viene fuori con una tagliente e sottile ironia.  Nulla si perde in questa produzione del caratteristico impatto energico e del groove tipici di Ciffo,  accompagnato qui dal polistrumentista Giovanni Calella che collabora al progetto. 

 “Prima di trovare un suono che mi soddisfacesse completamente - dichiara l'artista -, è stata necessaria una lunga ricerca sonora, dovuta al fatto di dover affrontare una nuova modalità compositiva e nuovi suoni rispetto alle mie precedenti esperienze. Anche le liriche trovano una strada diversa rispetto al passato, meno reale e cruda, più surreale ed onirica.”

Brano per brano raccontato da Dario Ciffo
1 - SAREBBE BELLO: “Una canzone in cui immagino di potere agire sulla realtà in modo fantastico, per esempio correggendo i sogni, oppure potendo comunicare attraverso la telepatia.”
2 - NON È UN CASO: “In questa canzone rifletto sul perché io sia qui ed ora e non in un altro luogo, perché sono nato a Milano dai miei genitori e non magari in Sudafrica, per giungere poi alla conclusione che non sia un caso che poi siamo io e la mia “amata” a condividere il tempo insieme.”
3 - LA STESSA MIA IMPRESSIONE: “Canzone meno onirica delle altre, incentrata sulla consapevolezza di entrambi i soggetti coinvolti in una relazione affettiva, nel momento in cui questa sta per terminare. Del perché il comportamento di uno non incontra più il favore dell’altro.”
4 - BROTULA: “La Brotula è un pesce brutto ma buono, che in qualche modo rappresenta una metafora di tante situazioni che ci accadono nella vita tutti i giorni. Del fatto che non dovremmo farci fuorviare dalle apparenze o dai luoghi comuni: chi ha detto che la Brotula non possa essere più buona di un branzino solo perché meno conosciuta?”